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Una startup di Torino costruirà il 1° impianto tutto italiano per la cattura diretta dall’aria di CO2

Cattura diretta dall’aria della CO2: in Piemonte il 1° impianto italiano
Foto di Jas Min su Unsplash

La tecnologia DAC di CarpeCarbon usa energia pulita e non dipende da materie prime critiche

(Rinnovabili.it) – Parte dal Piemonte la rincorsa dell’Italia alla cattura diretta dall’aria della CO2. La startup torinese CarpeCarbon si è aggiudicata un finanziamento di 1,7 milioni di euro per realizzare il primo impianto a tecnologia DAC (Direct Air Capture) nel Belpaese sviluppato da un’azienda italiana. L’unico precedente è un impianto pilota a Troia, in Puglia, lanciato nel 2018 dalla svizzera Climeworks, uno dei pionieri in questo campo.

La DAC di CarpeCarbon

La tecnologia di CarpeCarbon aggira alcuni limiti e punti critici della cattura diretta dall’aria di CO2. “Le tecnologie DAC attualmente disponibili sono estremamente ad alta intensità energetica e spesso si basano su minerali critici per la produzione di energia da fonti rinnovabili”, spiega la startup. “La tecnologia innovativa di CarpeCarbon fornisce una soluzione scalabile ed efficiente dal punto di vista energetico per rimuovere grandi quantità di CO2 dall’aria senza competere con la transizione energetica per le risorse e riducendo al contempo i costi energetici”. Utilizza infatti energia rinnovabile, non fa uso di sostanze chimiche inquinanti o pericolose per la salute, e la sua supply chain non dipende da materie prime critiche.

I finanziamenti ottenuti serviranno per completare lo sviluppo della tecnologia DAC e renderla quindi implementabile nel primo impianto in Piemonte. Le risorse arrivano dall’iniziativa Tech4Planet di CDP Venture Capital e da 360 Capital. A cui si aggiungono altri investitori, tra cui la rete Club Degli Investitori e il fondo di coinvestimento PiemonteNext.

Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC, mantenere la temperatura globale attorno agli 1,5 gradi è ormai quasi impossibile senza il ricorso a tecnologie di cattura della CO2. Più la transizione procede lentamente, e quindi più si restringe il budget di carbonio a disposizione, maggiore diventa la necessità di ricorrere a soluzioni tecnologiche come la DAC.

“Crediamo fortemente in questo progetto imprenditoriale che fissa obiettivi ambiziosi ma necessari se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi climatici e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”, ha commentato l’ad di CarpeCarbon, Giuliano Antoniciello. “Un aspetto di cui sono particolarmente orgoglioso è che il nostro team è giovane, appassionato ed estremamente competente, con oltre 65 anni di formazione avanzata totale, inclusi master e dottorati in campi STEM, che vanno dalla chimica della cattura del carbonio all’ingegneria energetica”.

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