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Le case a energia zero protagoniste a Eta Beta

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(Rinnovabili.it) – Edifici a energia zero, NZEB, case passive, a impatto zero. Tanti nomi diversi per un unico concetto, la massima riduzione dei consumi energetici. Da qui è partito Eta Beta, il programma quotidiano di Radio 1 che nella puntata di questa mattina ha esplorato come sarà fatta la casa del futuro. A presentare le ultime innovazioni in questo campo insieme al conduttore Massimo Cerofolini è intervenuto il direttore di Rinnovabili.it, Mauro Spagnolo.

 

Arriva dal futuro e farà tappa in 6 diverse città tra Italia e Svizzera Biosphera 2.0, un modulo abitativo sperimentale energeticamente autosufficiente nato dalla collaborazione tra Politecnico di Torino e Università della Valle d’Aosta. Al centro del progetto, spiega Mirko Taglietti, ceo di Aktivhaus capofila dell’iniziativa, c’è il monitoraggio dei parametri ambientali e di quelli fisiologici di chi lo abita, per dimostrare che i vantaggi non si limitano ai consumi e al rispetto dell’ambiente, ma coinvolgono anche la salute dell’uomo.

Quello che sembra il futuro è in realtà stabilito da norme dell’Unione Europea. Una direttiva UE del 2010, che l’Italia ha recepito prima nel 2013 e poi nel 2015, prevede scadenze imminenti per gli edifici di nuova costruzione: nel 2018 quelli pubblici dovranno essere a energia zero, per quelli privati la data è il 2021. “Parliamo di edifici che generano l’energia di cui hanno bisogno o addirittura ne producono di più – sottolinea Spagnolo – Questo è un passo molto importante nel processo di riduzione delle emissioni. Basta pensare che il comparto edilizio oggi è il maggior responsabile dell’inquinamento al mondo”.

 

eta betaE per tutte quelle strutture e quelle case già costruite? Intanto, per il 2016 chi decide di fare interventi di efficientamento energetico può accedere agli ecobonus del 65%, che si ottengono poi diluiti nei 10 anni successivi sotto forma di sgravio fiscale.

Ma esistono diverse soluzioni innovative per trasformare la propria abitazione in un edificio a energia zero. “Una delle tecnologie più interessanti è il fotovoltaico spray – spiega Spagnolo – L’ha messa a punto l’Università del Maryland ed è una delle più performanti, con un’efficienza del 5%. E in più basta spruzzarlo e qualsiasi componente dell’involucro dell’edificio può iniziare a produrre energia”.

Non mancano le soluzioni “portatili”. Come la presa di corrente solare che si attacca alla finestra, in pratica un piccolo disco a ventosa che contiene un modulo fotovoltaico rivolto verso l’esterno e carica le sue batterie in 5-8 ore, così può restare in funzione anche di notte. Oppure, sempre in tema di fotovoltaico, i moduli che si srotolano come un tappeto. Sono realizzati con celle fv in rame indio gallio seleniuro (CIGS) connesse fra loro attraverso un lungo nastro in tessuto. Un “tappeto” lungo 50 m arriva a una potenza di 18 kW.

 

Le novità ci sono anche in fatto di eolico. “Soprattutto microeolico, quindi una tecnologia fortemente integrata all’interno dell’edificio  – precisa il direttore di Rinnovabili.it – Un esempio viene dalla Germania e si chiama Windflock. L’impianto si basa su una struttura modulare: i designer hanno pensato ad un sistema aperto e flessibile, costituito da piccolissimi generatori eolici a tre pale e ad asse orizzontale, da incastrare tra loro come mattoncini Lego”.

Un’altra soluzione innovativa per abbattere i consumi energetici arriva dall’Università di Sydney: il super tetto bianco. Grazie a una superficie argentata formata da uno strato di fasci polimerici, il tetto riesce a rimanere più freddo rispetto alla temperatura ambiente, anche sotto il sole australiano nel pieno dell’estate. Infatti assorbe soltanto il 3% della radiazione solare incidente.

E ancora: le finestre intelligenti che si oscurano come gli occhiali grazie a tecnologie fotosensibili, o l’efficientissima Pond House che è così ben coibentata che non ha bisogno di un impianto di riscaldamento, basta usare il phon ogni tanto.

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