Rinnovabili

Frenare il caro petrolio, la ricetta dell’Iea in 10 punti

Caro petrolio: il vademecum in 10 punti dell’Iea per risparmiare 2,7 mln di barili
via depositphotos.com

In settimana l’UE decide se mettere l’embargo al petrolio di Mosca

(Rinnovabili.it) – Viaggiare di meno, scegliere il car sharing, guidare a velocità ridotta. Sono i consigli dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) per tagliare la domanda globale di petrolio, rasserenare i mercati e evitare nuove impennate dei prezzi del barile. Un vademecum in 10 punti contro il caro petrolio che, secondo l’ente che rappresenta 31 paesi industrializzati, vale 2,7 milioni di barili al giorno.

Verso un embargo UE al petrolio russo?

Un taglio della domanda che potrebbe quasi compensare un eventuale stop dell’Europa all’acquisto di petrolio dalla Russia, valutato in 3 mln di barili al giorno (bpd). Ipotesi finora scartata dall’UE, che dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina ha preferito dirigere le sanzioni lontano dai prodotti energetici. Questa settimana Bruxelles potrebbe cambiare idea: l’embargo agli idrocarburi di Mosca è al primo posto in agenda.

Ne discuteranno già oggi i Ventisette a livello di ministri degli Esteri. Un incontro preparatorio prima della visita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden in Europa, che inizierà mercoledì. Washington e Londra hanno già messo sotto sanzioni petrolio, gas e carbone russi due settimane fa e premono perché gli alleati europei – ben più esposti alla Russia sotto il profilo energetico – facciano altrettanto per convincere Putin a negoziare.

Intanto, la prospettiva di avere un eccesso di offerta di almeno 3 mln bpd ha già dato un’altra scossa ai mercati. Stamattina l’indice di riferimento europeo, il Brent, è salito del 3,2% a 111,37 $/barile, battuto dal WTI americano in crescita del 3,4% a 108,24 $/barile. Sul caro petrolio però pesano anche altri fattori.

Mercati sempre più nervosi

Alcuni quasi strutturali, come la continua indisponibilità dei paesi Opec ad aumentare la produzione per colmare eventuali ammanchi russi. Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti sono i paesi con maggior spare capacity, ma finora si sono rifiutati di cambiare i loro piani. Anzi, a febbraio i paesi Opec erano in ritardo di 1 mln bpd sulla loro tabella di marcia per aumentare gradualmente la produzione dopo il tonfo della pandemia.

Altri fattori sono di natura contingente ma fanno innervosire molto i mercati – e di riflesso i prezzi al distributore e per le aziende. Nel fine settimana una milizia ribelle in Yemen ha sferrato un attacco via drone a Yanbu, uno dei principali terminal petroliferi sauditi affacciato sul mar Rosso. Nel mirino proprio un impianto di raffineria con capacità 400mila bpd. Attacchi del genere son diventati abbastanza frequenti: il 10 marzo scorso un colpo analogo aveva messo ko un’altra raffineria, stavolta vicino a Riyad.

Come arginare il caro petrolio secondo l’Iea

Per evitare di farsi trovare troppo scoperti di fronte a nuovi shock improvvisi del mercato del petrolio, le economie occidentali hanno a disposizioni molte opzioni. Alcune facilmente applicabili, fin da subito, e di grande impatto. Tutte centrate sul settore dei trasporti. È su queste che si concentra il piano Iea contro il caro petrolio. Eccole:

Exit mobile version