(Rinnovabili.it) – Interventi da intraprendere immediatamente e misure su cui ragionare per il lungo periodo: anche le Regioni hanno stilato una strategia contro il caro energia. Un documento di proposte indirizzate all’Esecutivo con cui salvaguardare il tessuto produttivo nazionale. Il testo, redatto dalla Commissione Sviluppo Economico e dalla Commissione Ambiente, Energia e Sostenibilità, mira ad alleggerire l’impatto del crisi energetica sulle piccole, medie e grandi imprese nazionali, articolando le proposte su due direttrici: una prettamente emergenziale da concretizzare nel breve periodo, ed una di ampio respiro da portare avanti, anche in raccordo con le Regioni stesse, con tempistiche più lunghe.
Il documento regionale arriva nello stesso giorno in cui la Commissione europea ha presentato il piano per l’energia, una bozza di regolamento contenente interventi di emergenza per far fronte ai prezzi elevati dell’energia, ma mancante di una delle decisioni più attese in tema caro energia: l’istituzione di un tetto europeo al prezzo del gas. Un elemento che ritorna anche nelle proposte elaborate dalla Conferenza delle Regioni. Ma i territori si spingono anche oltre chiedendo di fissare anche un price cap nazionale.
“L’emergenza energetica che sta vivendo il Paese è senza precedenti e sta mettendo in seria difficoltà l’intero tessuto produttivo”, spiegano il vicepresidente della Marche, Mirco Carloni (coordinatore della Commissione Sviluppo Economico) e Anita Pili, Assessore della Regione Sardegna (coordinatrice della materia energia nell’ambito della Commissione Ambiente). “Per questo occorre far fronte alle esigenze di aziende e famiglie con un’azione condivisa Governo–Regioni”. Il punto di partenza? Destinare tutto il surplus derivante dal gettito all’abbattimento del costo delle bollette già emesse.
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Nel dettaglio la Conferenza propone di potenziare la misura del credito di imposta per le aziende aumentandone le percentuali e prevedendo un’estensione anche alle piccole imprese. Rafforzando anche il micro credito e sterilizzando oneri, accise e Iva sugli aumenti dei prezzi energetici, compresi quelli del pellet. Tra gli interventi da mettere in campo subito, fanno capolino anche una garanzia pubblica al 100% alle imprese che richiedono finanziamenti per impianti rinnovabili a patto che “producano un’autosufficienza energetica dei consumi aziendali pari ad almeno il 50% del proprio fabbisogno”.
Sul lungo periodo spiccano invece misure specifiche per incentivare l’auto-produzione di energia rinnovabile da parte delle aziende e la cessione del surplus ad altri soggetti, assieme all’istituzione del reddito energetico nazionale. “Le Regioni sono disponibili – hanno concluso i due coordinatori – ad un confronto immediato sui temi proposti per la tenuta dell’industria italiana che resta tra le più competitive del mondo ma che oggi è a forte rischio a causa della preponderante dipendenza dal gas per l’approvvigionamento energetico”.