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Caro energia: sulle rinnovabili il dl Sostegni-ter è “discriminatorio e inefficace”

L’approvazione in CdM del decreto che prevede interventi sugli “extraprofitti” delle rinnovabili ha suscitato un coro di polemiche da pressoché tutti gli attori coinvolti, inclusa parte della scena politica. Rinnovabili.it ha raccolto le posizioni di Italia Solare, Elettricità Futura e del presidente della Commissione Industria Senato

Caro energia: sulle rinnovabili il dl Sostegni-ter è “discriminatorio e inefficace”
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Il dl ha “dimenticato” di far pagare alle fossili il caro energia

(Rinnovabili.it) – Le ultime misure contro il caro energia proposte dal Governo sono “discriminatorie” e “inefficaci”. Colpiscono soprattutto le rinnovabili “dimenticandosi completamente dei produttori di energia da fonte fossile” e creano così una situazione “inaccettabile”. L’approvazione in CdM del dl Sostegni-ter, il 21 gennaio, ha portato sulle barricate le associazioni delle fer. Insieme alle organizzazioni ambientaliste e dei consumatori, venerdì scorso hanno chiesto all’esecutivo di fare marcia indietro, sedersi al tavolo e discutere come modificare la norma. Malumori e richieste che sono condivise anche da parte del mondo politico.

Un “intervento discriminatorio”

La partita si gioca soprattutto sull’articolo 16 del dl, quello che taglia gli “extraprofitti” delle rinnovabili nel 2022 come misura di emergenza per contrastare il caro energia. Elettricità Futura lo bolla come un “intervento discriminatorio”. La misura “non fa che aggravare ulteriormente la situazione, perché allarga la platea di soggetti a cui si applicano le misure, aggiungendo incredibilmente gli impianti fotovoltaici non incentivati”, spiega a Rinnovabili.it il presidente Agostino Re Rebaudengo, che mette in dubbio la legittimità di un provvedimento che regola un mercato libero colpendo anche le imprese che non beneficiano di alcun incentivo. “L’unica certezza è l’inefficacia delle misure ai fini della riduzione delle bollette e le conseguenze negative che si sono già innescate, con gli investitori che preferiscono andare all’estero”, spiega a Rinnovabili.it.

Conseguenze evocate anche da Gianni Girotto, presidente della Commissione Industria Senato e a capo del Comitato Transizione Ecologica del M5S. “Come con lo Spalma incentivi, si sono cambiate le regole in corso per cui crolla la credibilità agli occhi degli investitori internazionali”, afferma il senatore.

Le altre critiche alle misure contro il caro energia

Se con quel decreto “abbiamo fatto extra perdite che mai nessuno si è preoccupato di coprirci”, ricorda Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, con il Sostegni-ter “non riteniamo corretto che non si parli di alcun tipo di restituzione o forma di compensazione per le fonti rinnovabili che partecipano a questo momento di difficoltà”. L’altro grande problema, secondo l‘associazione, è che la tagliola scatta solo sui profitti delle rinnovabili. Il governo si è concentrato su questo fronte “dimenticandosi completamente dei produttori di energia da fonte fossile, a cominciare da chi estrae gas in Italia o all’estero per l’Italia, che sta facendo degli utili altissimi”, precisa Viscontini.

Ma le magagne del Sostegni-ter non finiscono qui. Non c’è chiarezza su molti punti, denuncia Re Rebaudengo, e il meccanismo introdotto è “molto complesso e di difficile applicazione”. Non si sa “in che modo i produttori dovranno fornire prova dell’esistenza dei contratti a lungo termine a prezzi fissi”, e nemmeno “quali tipologie di contratti, tra le diverse esistenti, bisognerà considerare”. E ancora: per gli impianti che non ricevono incentivi, e che non hanno quindi un canale aperto col GSE, il dl non spiega come avverrà il recupero delle somme.

Come cambiare rotta?

Le soluzioni? Il dialogo prima di tutto. Le associazioni chiedono un tavolo di confronto con il Governo. “È dal confronto che nascono le soluzioni più opportune, andando avanti così invece è sempre più probabile l’apertura di numerosi contenziosi legali”, precisa Re Rebaudengo, che trova una sponda pentastellata. “Come sempre, la politica prima di muoversi dovrebbe almeno sentire le parti sociali, se non concertare le misure con esse”, rimarca Girotto, aggiungendo che “le rinnovabili avevano già espresso disponibilità a fare un sacrificio per tagliare i prezzi dell’energia, riconoscendo che una parte delle rinnovabili aveva degli extra profitti. A mio avviso è stato chiesto troppo e solo a loro”.

E annuncia per la fine di questa settimana una mozione con misure strutturali contro il caro energia. “Parliamo di semplificazione per le rinnovabili, contratti a lungo termine, mercato dispacciamento aperto anche a rinnovabili, completare le regole sugli aggregatori, prezzi dinamici, prezzi zonali, PPA”. Punti in buona parte condivisi dalle associazioni delle fer, a partire dal capitolo semplificazione. “Dobbiamo installare immediatamente tutta la potenza rinnovabile bloccata dalla burocrazia per far crescere il più possibile il contributo al mix elettrico delle rinnovabili che già oggi stanno abbassando il prezzo dell’energia”, aggiunge il presidente di Elettricità Futura. Un tavolo col governo permetterebbe anche di trovare i tempi rapidi “soluzioni operative per fare un’opera eccezionale di semplificazione e autorizzare a brevissimo tutti gli impianti rinnovabili in attesa dei permessi nonché promuovere la diffusione dei Power Purchase Agreement (PPA).

Quando arriva il turno dei sussidi fossili?

Se con una mano il Sostegni-ter ha calato la scure sui profitti delle rinnovabili, con l’altra ha continuato ad elargire sussidi alle fossili. La sforbiciata sui SAD, i sussidi ambientalmente dannosi, contenuta nel dl, ha effetti “irrisori e addirittura inferiori alle attese, sembrerebbe uno scherzo”, calca la mano Viscontini. Il contributo alla mitigazione del caro energia, calcola il presidente di Italia Solare, “ammonta a soli 24,11 milioni di euro per il 2022, cifra che scende addirittura a 17,14 mln per il 2023, 20,28 per il 2024 e a 20,25 dal 2025”. In tutto, il dl ha toccato appena 4 voci su 51. “Parliamo di una goccia nel mare a fronte degli oltre 13 miliardi di sussidi versati ai fossili nel 2020, secondo le stime del MiTe”, conclude Viscontini.

Se per Girotto “il governo deve intervenire in modo più corposo su questo fronte”, Elettricità Futura avverte che ogni misura che taglia gli incentivi fossili è “doverosa oltre che positiva”, ma nell’ottica di tagliare le bollette “potrebbe avere l’effetto contrario se, simultaneamente alla riduzione, non si permette lo sviluppo delle rinnovabili con semplificazioni all’iter autorizzativo”.