di Rossella Muroni
(Rinnovabili.it) – L’enorme aumento del costo dell’energia non è dovuto solo agli effetti del ricatto della Russia sul gas. Oggi paghiamo anche la miope politica energetica di questi anni, che ha impedito lo sviluppo delle rinnovabili, aumentando l’uso del gas del 20%, a esclusivo vantaggio delle grandi compagnie petrolifere.
Il risultato: bollette stratosferiche per tutti, famiglie e imprese, e un numero crescente di persone in povertà energetica. Erano già 9 milioni un anno fa.
Ma il caro bollette si può contrastare, servono interventi immediati e strutturali, non soluzioni tampone. Per andare alla radice del problema dobbiamo puntare sulle rinnovabili e rendere più efficienti le nostre abitazioni.
Per renderci autonomi dal gas e dalle sue speculazioni è necessario sganciare il prezzo dell’elettricità da quello del gas, fare in modo che i contratti dell’energia siano a lungo termine per garantire prezzi stabili, e dare spazio alle rinnovabili, realizzando la proposta di Elettricità Futura di installare 85 nuovi Gigawatt di energia pulita entro il 2030, che, tra l’altro, produrrebbero anche 500mila nuovi posto di lavoro.
Queste sono misure con effetti a medio termine.
Ma il caro bollette è oggi. Che fare? Dobbiamo capire che il profilo di chi è in difficoltà a pagare la bolletta è molto variegato: famiglie numerose, capofamiglia giovane, spesso inoccupato e/o immigrato, anziani soli, chi vive in alloggi in cattivo stato di conservazione, con riscaldamenti inefficienti, o elettrodomestici vecchi. La povertà energetica non riguarda solo le morosità, ma anche chi, ad esempio, per pagare le bollette deve rinunciare ad altre spese importanti (sanità, educazione, cibo di qualità) o a scaldarsi nei mesi invernali o raffrescarsi nei mesi estivi. Il Bonus sociale elettricità e gas non è in grado di coprire tutte le esigenze, anche dopo l’innalzamento provvisorio della soglia ISEE a 12.000€ (oggi salita a 15.000€), è comunque una soluzione tampone, che può alleviare la morosità oggi, ma non impedisce che il problema si ripresenti tra qualche mese. Non è un caso che meno del 40% dei potenziali beneficiari hanno avuto accesso al bonus, perché l’ISEE non coglie la varietà dei bisogni che provocano la povertà energetica, perché il contributo è esiguo rispetto alle spese energetiche che devono sostenere le famiglie, perché esclude tutti coloro che non hanno l’allacciamento alla rete del metano. Noi dobbiamo intervenire a monte, con misure strutturali.
Una strada facilmente percorribile viene dall’utilizzo dei pannelli fotovoltaici da appartamento, che garantiscono fino al 25% di riduzione della bolletta per 20 anni, facilmente montabili su balconi e superfici dei palazzi, a prezzi accessibili grazie allo sconto in fattura. Nella stessa direzione si muovono gli impianti sui tetti dei condomini, una grande risorsa, se consideriamo che in Italia per ogni abitante ci sono 30m² di tetti e che per avere 100 GW basterebbero 12m² di superficie per abitante. Un risultato che potrebbe essere ulteriormente potenziato dalla sinergia tra fotovoltaico, accumulatori e domotica, per ottenere una casa intelligente, come concretamente ci raccontano alcune esperienze che si stanno realizzando in Italia. Ed infine, ma non per importanza, bisogna oggi diffondere le comunità energetiche nelle periferie, seguendo la strada tracciata dalla legge regionale dell’Emilia Romagna, voluta dalla vicepresidente Elly Schlein, e utilizzando i fondi del PNRR, inspiegabilmente limitati oggi ai Piccoli Comuni. Le comunità energetiche possono diventare un pezzo di infrastrutturazione sociale delle periferie, un’occasione per rinforzare le relazioni di prossimità, come ci insegnano alcune esperienze come quella della Fondazione di Comunità di Messina e la comunità di San Giovanni a Teduccio di Napoli.
Un ulteriore tassello dovrebbe venire dalla modifica e rilancio del superbonus del 110% per dare priorità alle case popolari e ai quartieri di periferia, creando dei centri territoriali che accompagnino le persone fragili nell’accesso al bonus.
Poi servono lavori di riqualificazione del verde e di forestazione per rendere le aree di periferia climaticamente più vivibili, quando le ondate di calore bersagliano le nostre città.
Questa è la via maestra da imboccare, per ottenere cambiamenti strutturali che riducano i consumi. Intanto, non dimentichiamo che è comunque necessario, oltre alla semplificazione del bonus elettricità e gas, liberare le bollette dalle voci estranee al costo dell’energia, definire un prezzo sociale per i contratti legati alla maggior tutela e promuovere forme di gratuità dell’elettricità per le famiglie in povertà.
di Rossella Muroni, deputata ecologista e candidata alla Camera per il centrosinistra nel collegio uninominale Roma 03, nei Municipi V e VI della Capitale