Nuovi dettagli sulla politica di Pechino sul carbone
(Rinnovabili.it) – Il carbone avrà “un ruolo meno dominante” nel mix elettrico cinese. E sì, la Cina ha in cantiere un gran numero di nuove centrali. Che entreranno in funzione, nonostante i nuovi obiettivi sul clima annunciati da Pechino. Ma il paese non li utilizzerà “su larga scala”. Dopo una settimana di pressioni crescenti, la Cina dà qualche dettaglio in più su come pensa di conciliare questa fonte fossile con la sua azione climatica.
Al Leaders Summit on Climate di settimana scorsa, il presidente Xi Jinping è arrivato con pochi annunci nuovi. Uno dei più importanti riguardava proprio il carbone, tasto dolente per Pechino visto che rappresenta ancora il 60% del suo mix elettrico. Xi ha assicurato la platea di 40 leader mondiali riuniti dall’omologo americano Joe Biden che le prime sforbiciate al carbone avverranno tra il 2025 e il 2030 e saranno graduali.
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Impegno molto vago. A cui ieri ha aggiunto qualche dettaglio un alto funzionario del ministero cinese dell’Ambiente. “In passato il carbone era la principale fonte di energia. In futuro svolgerà il ruolo di fornire flessibilità alla rete elettrica”, ha spiegato Li Gao, direttore generale del dipartimento per il Cambiamento climatico del dicastero. Per poi aggiungere: “Ora abbiamo ancora bisogno di una certa quantità di carbone … ma non svilupperemo il carbone su larga scala, questo è molto chiaro e rigorosamente regolamentato”.
Li non ha fornito alcuna cifra, né sulla nuova capacità installata da carbone che dovrebbe andare online nel prossimo quinquennio o decennio, né tanto meno su quale quota nel mix elettrico dovrebbe scendere il carbone e entro quando. Il funzionario ha però notato che le centrali a carbone che entreranno in funzione saranno di nuova generazione, quindi meno inquinanti di quelle attuali.
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Il messaggio che passa è che la Cina non vuole accantonare in fretta il carbone, ma ritagliargli un ruolo più specifico come back-up per compensare le fluttuazioni delle rinnovabili. Un passaggio graduale, quindi, che vede questa fonte fossile ancora al centro della strategia energetica cinese per lungo tempo.