Un rapporto di Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA) e Global Energy Monitor (GEM) mostra l’incongruenza tra le politiche industriali e energetiche cinesi e i target sulle emissioni
Carbone e altoforni continuano a catalizzare investimenti disallineati dagli obiettivi sul clima
(Rinnovabili.it) – Anche se la domanda di energia e acciaio è in calo, la Cina continua a investire miliardi di dollari per espandere questi settori. Facendo perno sul carbone. E anche il rallenta il passo rispetto agli anni precedenti, resta ad altissimo rischio stranded asset in base agli obiettivi sul clima attuali.
Nei primi sei mesi dell’anno, Pechino ha accelerato il permitting per nuove centrali termiche a carbone. Hanno ricevuto l’ok impianti per 15 GW di capacità installata. Più del 2021, ma meno del dato del 2020. Nello stesso periodo sono stati annunciati 9 nuovi progetti di produzione di energia elettrica da carbone per una capacità totale di 13 GW e 20 GW di progetti hanno iniziato il processo di pre-permitting.
In parallelo, gli investimenti cinesi si sono concentrati anche sulla nuova capacità di altoforni per la produzione di acciaio, alimentati a carbone. Sono 30 i milioni di tonnellate per anno di nuova capacità annunciata tra gennaio e giugno. Il balzo più corposo dal 2019.
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“I nuovi investimenti nella capacità energetica e siderurgica a carbone nei primi sei mesi del 2022 comporteranno rispettivamente 8,5 miliardi di dollari e 15-22 miliardi di dollari di stranded asset, se la transizione a basse emissioni di carbonio della Cina avrà successo. La presenza di grandi quantità di capacità a carbone di nuova costruzione complica la transizione dal punto di vista economico e politico”, sottolineano Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA) e Global Energy Monitor (GEM) in un rapporto appena pubblicato.
Secondo i ricercatori, la nuova capacità installata o annunciata nei due settori “non è in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio della Cina”, e per questo motivo “il risultato più probabile è l’accumulo di capacità in eccesso basata sul carbone e il calo dell’utilizzo, piuttosto che l’aumento delle emissioni”.
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