Rinnovabili • Investimenti nel carbone: il G7 dice basta Rinnovabili • Investimenti nel carbone: il G7 dice basta

La miniera di carbone più grande d’Europa chiuderà nel 2040

Il paese balcanico è ancora molto dipendente dal carbone, che pesa per quasi la metà della produzione di energia primaria e occupa il 36% del mix elettrico. Per la transizione, Sofia si affiderà al nucleare

Investimenti nel carbone: il G7 dice basta

Nel suo Pnrr, la Bulgaria promette l’addio al carbone entro 20 anni

(Rinnovabili.it) – Anche la Bulgaria mette una data di scadenza al carbone. Il governo di Sofia ha inserito nel suo Pnrr, presentato stamattina alla Commissione europea, un riferimento a una data attorno al 2040 per terminare il phase out di questa fonte fossile. “Abbiamo dato come proposte due scadenze, 2038 e 2040, e spingeremo per il 2040 durante i negoziati”, ha spiegato alla stampa il primo ministro Stefan Yanev.

Il riferimento è ai negoziati con l’industria del carbone. Anche se l’esecutivo ha detto esplicitamente di propendere per la data più tarda, potrebbe non essere così scontato trovare un accordo. Yanev negli ultimi giorni aveva fatto trapelare le 3 opzioni allo studio – 2036, 2038 o 2040 – forse più per indorare la pillola del 2040 per l’industria e le parti sociali.

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È alta nel paese l’opposizione all’addio al carbone. Mercoledì ci sono state manifestazioni di protesta da parte degli addetti al complesso di Maritsa Iztok, il più grande agglomerato di centrali termiche alimentate a lignite del paese (3,1 GW di capacità installata, circa ¼ della capacità installata complessiva a livello nazionale da qualsiasi fonte). Ed è situato nel bacino carbonifero dove si trova il 70% delle riserve nazionali (che è anche la miniera di carbone più grande d’Europa con i suoi 240 km2). Da qui si estraggono circa 28 mln di t l’anno, cioè più del 96% del carbone totale del paese (dati 2018).

La Bulgaria è ancora molto dipendente dal carbone, che occupa il 36% del mix elettrico e quasi il 50% di produzione di energia primaria, anche se sta puntando sempre di più sul nucleare (già in uso nel paese) per la sua transizione energetica. Oltre alle questioni climatiche e di sicurezza dell’approvvigionamento energetico, il tema del carbone è molto sensibile per le ricadute sociali. L’industria impiega circa 100.000 addetti, ma è un vero e proprio centro di gravità del mercato del lavoro in molte parti del paese come Pernik, Stara Zagora e Kyustendil.

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(lm)