Nel rapporto Coal 2021, l’Iea registra un boom di elettricità da carbone – 10.350TWh – e una crescita della domanda del 6%. Nel 2022 quest’ultima può superare il picco del 2013-14
L’Iea: con questi volumi di carbone, a rischio gli obiettivi net-zero
(Rinnovabili.it) – Mentre alla COP26 i delegati si accapigliavano per scegliere se scrivere phase out o phase down del carbone nel Patto sul clima di Glasgow, questa fonte fossile continuava a viaggiare spedita verso nuovi primati. Nel 2021, il carbone avrà un rimbalzo senza precedenti: +9%. E ci sono tutte le premesse perché infranga il record assoluto il prossimo anno.
Lo scrive l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) nel rapporto Coal 2021, dove sottolinea come la curva del carbone metta a rischio tutti gli obiettivi di neutralità climatica fissati fino ad ora. I fattori che hanno disegnato questa traiettoria rialzista sono essenzialmente due. Da un lato la ripresa economica post-Covid. La domanda di elettricità è cresciuta molto rapidamente. Così tanto che le fonti low-carbon non hanno retto il passo. Dall’altro, il costo del gas in ascesa ha fatto diventare di nuovo competitivo il carbone.
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Il risultato? La domanda di carbone quest’anno crescerà del 6% e l’elettricità prodotta da questa fonte del 9% (10.350TWh, record assoluto), stima l’agenzia guidata da Fatih Birol. In volumi assoluti, la domanda non è ancora oltre il picco del 2013-14. Ma l’Iea avverte che può essere solo questione di tempo. A seconda di come si comporterà il meteo e dell’andamento della ripresa economica nel 2022, già il prossimo anno potremmo vedere un nuovo primato assoluto di carbone. Ed è anche possibile che si resti a questi livelli in un plateau lungo altri due anni, cioè fino al 2024.
“Il carbone è la più grande fonte di emissioni globali di carbonio, e il livello storicamente alto della produzione di energia da carbone di quest’anno è un segno preoccupante di quanto il mondo sia fuori strada nei suoi sforzi per mettere le emissioni sulla strada per net-zero”, commenta Birol. “Senza azioni forti e immediate da parte dei governi per affrontare le emissioni del carbone – in un modo che sia equo, accessibile e sicuro per chi ne è colpito – avremo poche possibilità, se non nessuna, di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C”.
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