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Cambiamenti climatici, urgente economia globale a carbonio zero

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Via depositphotos.com

di Paolo Travisi

Ridurre velocemente emissioni di gas serra per evitare fenomeni climatici sempre più dannosi

Contro i cambiamenti climatici e il surriscaldamento globale, è urgente adottare a livello planetario un’economia a carbonio zero. L’ultimo avvertimento proviene da uno studio del World Weather Attribution, organismo scientifico internazionale che analizza il legame e l’influenza del climate change sugli eventi meteorologici estremi, come tempeste, precipitazioni estreme, ondate di calore e siccità. Secondo i ricercatori l’azione antropica avrebbe provocato un aggravamento della siccità in moltissime aree del mondo, tra cui quella del Mediterraneo, e l’Italia in particolare, fortemente a rischio, tanto da indicare Sardegna e Sicilia come le due isole maggiori in cui la crisi climatica avrebbe avuto un impatto molto negativo (di cui abbiamo già parlato in questo articolo).

WWF Italia sottolinea il pericolo reale dei cambiamenti climatici per economia e agricoltura

Secondo lo studio, i modelli climatici tendono a sottovalutare l’aumento delle temperature estreme in Europa ed avverte della necessità di smettere rapidamente di bruciare combustibili fossili, altrimenti “potrebbe avvenire già nel 2050 senza grandi e rapide riduzioni delle emissioni di gas serra, che siccità come quelle in Sicilia e Sardegna diventeranno più frequenti”. Il WWF Italia, da parte sua, commenta l’analisi dello studio internazionale  precisando che “è ormai reale il pericolo che il cambiamento climatico mini le basi stesse dell’economia e della competitività italiana, a cominciare dal turismo e dall’agricoltura”. 

Critica alla politica energetica italiana sulle rinnovabili

Secondo Mariagrazia Midurla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, già 20 anni fa, l’associazione ambientalista aveva lanciato un allarme molto simile a quello evidenziato oggi dal World Weather Attribution, ma Midulla ritiene che “ancora oggi l’Italia non sia certo in testa all’azione climatica, posizionandosi all’ultimo posto tra i primi dieci Paesi europei per rinnovabili, pur essendo un Paese del G7. A partire dalla prossima legge finanziaria, quindi, ci aspettiamo misure per finanziare un’economia a carbonio zero, capace di aiutare cittadini e imprese nel percorso della transizione energetica, insieme all’identificazione delle misure prioritarie e dei finanziamenti per attuare un serio piano di adattamento”.

Italia, +39% di capacità rinnovabile nei primi sette mesi 2024

In realtà, il nostro paese sta crescendo nella produzione di energia da fonti rinnovabili, lo scorso maggio ha raggiunto il record coprendo il 52,5% del fabbisogno di elettricità con produzione di FER. Invece l’ultimo rilevamento di Terna del 26 agosto scorso, evidenzia che nei primi sette mesi del 2024 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 4.282 MW (di cui 3.853 MW di fotovoltaico), un valore superiore del 39% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Inoltre nel mese di luglio 2024, il fabbisogno di energia elettrica in Italia ha raggiunto i 31,3 miliardi di kWh, segnando un incremento del 4,5% rispetto allo stesso mese del 2023, mentre è cresciuta la produzione da fonti rinnovabili che ha coperto il 44,2% della domanda elettrica, un netto aumento rispetto al 38,1% dello scorso anno.

Germania, raggiunto 61,5% di energia rinnovabile

Nel paese industrialmente più forte del vecchio continente, la Germania, la  produzione di elettricità da fonti rinnovabili è aumentata del 9,1% nella prima metà del 2024, attestandosi a 135,2 miliardi di kilowattora, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sul versante eolico, la produzione è aumentata dell’11,9%, mentre quella da fotovoltaico è salita dell’8,3% secondo i dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (Destatis).

Per contro è calata del 36,4%, come richiede lo studio internazionale e ribadiscono le associazioni ambientaliste, la quantità di elettricità prodotta dalle centrali elettriche a carbone, per cui la Germania ha raggiunto il 61,5% di energia rinnovabile nella produzione nazionale totale di elettricità. Un passo decisivo verso un’economia a carbonio zero.

Australia, prima volto sotto 50% nella produzione elettrica da combustibile fossile

Dall’altra parte del mondo, in Australia, un paese di cui si parla poco, ma che in questo caso ha raggiunto per la prima volta un risultato importante, di cui vale la pena raccontare, scendendo al di sotto del 50% nella produzione di elettricità da carbone nell’ultima settimana di agosto, un vero record che viaggia in parallelo con la spinta sulle FER.

Infatti, nell’ultima settimana di agosto da combustibile fossile è stata prodotta il 49,1% dell’elettricità, mentre le rinnovabili hanno rappresentato il 48,7%, anche grazie alle tempeste con venti che hanno superato i 150 km/h che hanno favorito la produzione eolica, quasi raddoppiata, stando ai dati diffusi dalla piattaforma di monitoraggio del mercato elettrico Open-NEM. Nonostante il lusinghiero record, l’Australia resta uno dei principali esportatori di carbone e gas al mondo.

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