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L’Europa ha bisogno di una tassa sulle caldaie a gas fossile

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Senza nuovi incentivi, decarbonizzare il riscaldamento degli edifici in Europa resterà un miraggio. Per decenni. Lo dicono i numeri delle vendite delle soluzioni alternative alle caldaie a gas, come le pompe di calore. Con danni non solo per il clima. Non agire ora significa danneggiare la competitività dell’industria UE – che non riuscirà a conquistare quote di mercato soddisfacenti in alcune clean tech.

“Al ritmo attuale della transizione, l’UE rischia di perdere il notevole potenziale di crescita nelle vendite di elettrodomestici per il riscaldamento pulito”, rimarca Emeline Spire di Agora Energiewende, un think tank tedesco che ha dedicato uno studio al futuro del riscaldamento low carbon in Europa. “Questo ciclo di politiche è fondamentale per sviluppare approcci innovativi che possano riaccendere la transizione e migliorare il vantaggio competitivo dell’Europa nelle tecnologie pulite”, aggiunge.

Rischiamo di trovarci con 50 milioni di nuove caldaie a gas in 15 anni

Partiamo dai dati. La transizione al riscaldamento pulito è, sostanzialmente, in una fase di stallo. Proprio quando dovrebbe, invece, mandare segnali positivi di crescita.

Le vendite di apparecchi per il riscaldamento pulito sono tornate ai livelli del 2021, dopo un picco durante la crisi energetica. Nello scenario attuale, cioè senza nuove politiche incentivanti, le caldaie a gas fossile continueranno a dominare fino agli anni ’30, calcolano gli autori del rapporto. Con oltre 50 milioni di nuove unità installate entro il 2040.

Incentivi per sostituire le caldaie a gas fossile: una proposta

La soluzione? Disegnare incentivi efficaci. Un “EU Clean Heat Market Instrument”, lo battezza il think tank. Come sarebbe strutturato? L’agevolazione è basata su incentivi ai produttori. Il meccanismo potrebbe prevedere una tassa sulle caldaie a gas fossile. Il gettito così ricavato dovrebbe poi essere reinvestito nelle aziende che aumentano la quota di apparecchi low carbon.

Si tratta di un sistema in tutto e per tutto analogo al funzionamento dell’ETS, il mercato del carbonio europeo. La proposta di Agora Energiewende prevede anche un meccanismo per aumentare l’ambizione, con il livello della tassa che verrebbe aumentato gradualmente per massimizzarne l’impatto.

Il nuovo strumento integrerebbe il sistema di scambio di emissioni per il riscaldamento (l’ETS2), che dovrebbe entrare in vigore dal 2027. In questo modo, argomentano gli autori del rapporto, si riuscirebbe a rendere i dispositivi per il riscaldamento puliti più accessibili, stabilizzando il prezzo del carbonio. Risultato che conviene anche all’industria: garantirebbe una transizione più prevedibile e maggiore sicurezza per gli investimenti.

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