Per avere una ragionevole probabilità del 66% di rispettare l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi, possiamo emettere ancora 360 Gt di CO2. Ai ritmi attuali, le esauriamo nel 2030
Stime al ribasso per il budget di carbonio disponibile
(Rinnovabili.it) – Tra i tanti allarmi lanciati dal nuovo rapporto IPCC, quello sul budget di carbonio spiega meglio di altri perché l’azione climatica è così urgente. Secondo gli esperti del Panel intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, la quantità di anidride carbonica che possiamo emettere prima di sforare l’accordo di Parigi è meno del previsto. Le stime ribassate, calcola Carbon Tracker Initiative, avvicinano la data di scadenza al 2030.
Ad oggi a livello globale vengono emesse in atmosfera 41,5 Gt di CO2 l’anno. Se vogliamo mantenere una probabilità medio alta, del 66%, di riuscire a contenere il riscaldamento globale entro la soglia più ambiziosa degli 1,5°C, abbiamo a disposizione appena 360 Gt di biossido di carbonio. I conti sono presto fatti: se non rallentiamo con le emissioni ci restano poco meno di 9 anni. E se vogliamo una probabilità più alta, dell’83%, il budget scende a 300 Gt di CO2 e la deadline è anticipata al 2028.
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Il sesto aggiornamento del rapporto IPCC fissa il riscaldamento globale del decennio 2011-2020 rispetto al periodo pre-industriale a 1,09°C (temperatura alla superficie terrestre). Secondo molte analisi recenti, confermate da diversi degli scenari presentati nel documento Onu, è piuttosto probabile che sforeremo la soglia minima di stabilita a Parigi almeno temporaneamente, anche se iniziassimo subito ad abbattere le emissioni seriamente.
Qual è il budget di carbonio che ci rimane in un caso del genere? Sempre calibrando la CO2 ancora disponibile a una probabilità del 66%, per contenere la colonnina di mercurio sotto gli 1,7°C ci restano 660 Gt di anidride carbonica. Quasi il doppio. Ma l’orizzonte resta comunque vicino: mancano soltanto 16 anni, ai ritmi di emissioni di oggi sforeremo nel 2037.
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Ma questi dati vanno letti con cautela perché fanno i conti soltanto con la CO2. Le stime non tengono conto di altri gas serra, su tutti il metano: non ha solo un potere climalterante 80 volte maggiore dell’anidride carbonica, è anche responsabile di una buona metà del riscaldamento globale accumulato finora. L’IPCC avverte che, a seconda se la riduzione delle emissioni di metano e di altri gas serra oltre la CO2 sarà copiosa o timida, i valori del budget di carbonio rimanente possono variare di 220 Gt in più o in meno. Un terzo del budget collegato agli 1,7°C e quasi due terzi di quello relativo a 1,5°C.