di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – I rincari delle bollette sono previsti soltanto per il mercato tutelato, dove le tariffe sono stabilite dall’Autorità e cambiano ogni trimestre; sul mercato libero, l’ultimo aggiornamento mostra come le migliori offerte risultino in media del 40% più economiche rispetto alla tariffa del tutelato del momento. Lo spiega Selectra – un servizio che studia il mondo dell’energia – facendo presente che “le rinnovabili non sono la causa degli aumenti annunciati”.
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L’annuncio del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani su un aumento del costo delle bollette del 40% in autunno ha aperto numerosi fronti, a cominciare dalla discussione sul peso della transizione. Selectra fa per questo il punto della situazione. E’ importante capire – viene osservato – se il riferimento sia all’intera bolletta elettrica oppure al prezzo dell’energia che, stabilito in euro per kWh, si paga in base ai consumi e rappresenta solo una voce delle quattro presenti in bolletta. Nella prima ipotesi la bolletta media mensile aumenterebbe di 20 euro, dagli attuali 52 a 72 euro circa. Nella seconda ipotesi l’impatto sulla bolletta totale sarebbe minore, ma comunque molto forte: aumenterebbe del 20%, se il governo dovesse decidere di tagliare nuovamente gli oneri di sistema (dimezzati per il terzo trimestre del 2021), o del 30% senza un simile taglio. Per un consumatore medio questo aumento si tradurrebbe in circa 11-15 euro al mese in bolletta elettrica in più.
In ogni caso, secondo le stime di Selectra, il prezzo dell’energia sul tutelato per il quarto trimestre del 2021 dettato esclusivamente dai fattori del mercato (quindi senza tener conto di eventuali manovre del Governo e decisioni politiche) dovrebbe essere con un aumento di circa il 30% che, associato alla fine del meccanismo di riduzione degli oneri di sistema deciso per il terzo trimestre, determinerebbe un incremento della bolletta finale del 24%, facendo salire la spesa per l’elettricità dagli attuali 52 euro a circa 64 euro al mese per una famiglia media.
L’aumento del prezzo dell’elettricità negli ultimi 3 mesi è quindi – in base alle analisi di Selectra – al 97% dovuto a fattori non legati alla CO2, ma principalmente all’aumento dei prezzi del gas, quasi raddoppiati rispetto alla fine di giugno. I costi della produzione delle centrali a gas sono quelli che di fatto stabiliscono il prezzo dell’energia sul mercato, perché si tratta dell’ultima fase per produrre l’energia necessaria per bilanciare il sistema. Altro discorso sul costo nelle bollette delle rinnovabili. Bisogna distinguere – rileva il servizio – tra il costo della produzione dell’energia elettrica e l’importo che i consumatori pagano per incentivare lo sviluppo delle energie verdi. Quest’ultimo, assieme ad altri fattori, si ripercuote su una voce separata, ovvero gli “oneri di sistema”, che normalmente “pesa” circa 20% dell’importo totale della bolletta elettrica.
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Gli oneri, che rimangono da sempre un argomento di dibattito, non hanno però ultimamente subito incrementi. Anzi, per quanto riguarda il trimestre in corso, il governo è intervenuto con una manovra da 1,2 miliardi di euro per ridurre questa voce e compensare parzialmente l’impatto della crescita dei prezzi dell’energia sul consumatore. “Il preannunciato incremento della bolletta elettrica non è dovuto alla ‘spinta’ green del mercato dell’energia. Le rinnovabili purtroppo pesano ancora troppo poco nel mix produttivo mentre gli incentivi hanno un peso, tuttavia sono rimasti stabili negli ultimi anni, per cui non spiegano minimamente l’aumento delle bollette – mette in evidenza Antoine Arel, co-fondatore di Selectra Italia – al momento gli aumenti sono ricollegabili ad una tempesta perfetta sui mercati del gas: produzione in calo per la pandemia; boom di domanda a livello globale; stoccaggi in Europa bassi. E’ necessario abituarsi a nuovi prezzi dell’energia più alti e investire su efficienza energetica e rinnovabili”.