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Bocconi avvelenati, nasce una task force antiveleno

Il fenomeno dei bocconi avvelenati è grave e diffuso - ha spiegato la Presidente di Enpa nazionale, Carla Rocchi

Foto di Manfred Richter da Pixabay

Presentato il corso di formazione di unità cinofile per la lotta contro l’avvelenamento degli animali

Perugia, 16 gen. 023 – L’Assessorato all’Ambiente della Regione Umbria ed Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, hanno presentato questa mattina, alla Scuola Umbra di amministrazione pubblica di Pila, Perugia, struttura che ospiterà l’intero corso, il progetto formativo di unità cinofile costituite da allievi con i rispettivi cani da addestrare per l’individuazione di bocconi avvelenati e, dunque, per prevenire e contrastare l’avvelenamento degli animali.
  Il progetto “Lotta contro l’avvelenamento degli animali”, già annunciato a Palazzo Donini a ottobre 2021, vede la propria attuazione grazie alla sinergia tra l’istituzione regionale, Assessorato all’Ambiente, ed Enpa, ente preposto alla cura, tutela e salvaguardia degli animali.
  Nella conferenza stampa odierna è stato illustrato in dettaglio il programma del corso di formazione dedicato alle unità cinofile: allievi e rispettivi cani allo scopo selezionati, presenti nel Parco di Villa Umbra quali protagonisti dell’iniziativa.
  Gli onori di casa della presentazione del corso, a cui hanno assistito anche i docenti dello stesso, che verrà realizzato grazie alla partnership con la Scuola Umbra di amministrazione pubblica di Pila, sono stati fatti dall’Amministratore Unico, Marco Magarini Montenero.  
  “Il fenomeno dei bocconi avvelenati è grave e diffuso – ha spiegato la Presidente di Enpa nazionale, Carla Rocchi – questo progetto vuole, pertanto, concorrere a limitarne le conseguenze e a creare la consapevolezza sull’importanza di attuare mirate azioni di prevenzione. Un boccone avvelenato può innescare un’inarrestabile catena di morte: a morire non sono solo gli animali che lo ingeriscono, poiché le carcasse avvelenate, indirettamente, colpiscono anche altri animali che se ne ciberanno. Sono moltissimi, infatti, i casi di avvelenamento diretto o indiretto della fauna selvatica e di animali domestici, ma i numeri non rivelano la reale entità del dramma, che spesso coinvolge anche animali protetti”.
  “La Regione Umbria intende promuovere buone pratiche a ogni livello, e questa specifica azione formativa rientra nell’obiettivo di concretizzare i buoni propositi trasformandoli in attività a favore della nostra comunità – ha affermato l’assessore all’Ambiente, Roberto Morroni. 
   “Con la legge del 2001, Norme in materia di divieto di detenzione e utilizzazione di esche avvelenate – ha continuato Morroni – la Regione è stata pioniera nella lotta contro l’utilizzo di veleni, ma questa legge ha avuto scarsa applicazione proprio per la mancanza di un gruppo cinofilo specializzato nelle bonifiche del territorio. Istituire e formare unità cinofile apposite per la ricerca di bocconi avvelenati, quindi, permetterà di contrastare il problema e di tutelare anche la salute pubblica, in quanto le sostanze tossiche inquinano le falde acquifere, il suolo, le aree urbane, i parchi naturali e costituiscono un rischio anche per le persone”.  
   Così come confermato dal Dirigente Servizio Prevenzione Sanità Veterinaria Igiene Alimenti della Regione Umbria, Salvatore Macrì: “Il fenomeno degli avvelenamenti rappresenta un rischio per gli animali domestici e selvatici, ma comporta anche un pericolo per l’ambiente e per l’uomo, in particolare per i bambini. La disseminazione di esche e sostanze tossiche è utilizzata, soprattutto in alcune aree del Paese e in alcuni periodi dell’anno, come strumento doloso per uccidere animali vaganti”.
  “Il progetto formativo contempla varie discipline tra le quali, a titolo esemplificativo, etologia e comportamento animale; psicologia canina; attività sensoriali del cane; studio dei principali veleni; per poi svilupparsi con le principali metodiche di addestramento e prove pratiche nella ricerca di esche avvelenate in boschi, parchi pubblici e naturali – ha spiegato il coordinatore del progetto, Massimo Floris, Direttore sanitario Rifugio oasi parco dell’ENPA di Perugia e Responsabile sanitario CRAS (Centro Recupero Fauna Selvatica) di ENPA – il progetto permetterebbe, altresì, ad alcuni cani ospiti del rifugio ENPA Perugia, una volta ritenuti soggetti idonei, di essere inseriti nel programma di addestramento”.
  Successivamente al periodo formativo, è previsto un esame di abilitazione per accreditare il cane alle attività antiveleno e monitorarne, ogni anno, le caratteristiche specifiche. 
   Il corso è rivolto ai seguenti soggetti: Guardie zoofile ENPA e operatori ENPA; Unità Cinofile Cani da Soccorso (UCIS); Guardie Ecologiche Volontarie; addestratori riconosciuti del Ministero delle Politiche Agricole; eventuali soggetti ufficialmente coinvolti nel controllo del territorio, ad esempio Vigili Urbani, Carabinieri Forestali, Guardia di Finanza, Polizia Locale. Gli attori del progetto, oltre all’Assessorato all’Ambiente della Regione Umbria sono: ENPA; Carabinieri forestali; Istituto Zooprofilattico; ASL Veterinarie; Università di Medicina Veterinaria; Sindaci del Comuni; medici veterinari liberi professionisti; Istituti di istruzione primaria e secondaria di primo grado. Un rilevante contributo nella fase attuativa verrà richiesto alla Prefettura.
  Verrà istituito un numero verde per segnalare la presenza di esche avvelenate o di animali con sintomatologia clinica da avvelenamento, al fine di avviare la bonifica del territorio.