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Biodigestore di Casal Selce, audizione in commissione Trasparenza

In apertura della seduta, la presidente Colosimo ha rimarcato l’assenza dell’assessore regionale al Ciclo dei rifiuti, Massimiliano Valeriani, e del direttore regionale della stessa area, Andrea Rafanelli. “Ancora una volta – ha dichiarato – non partecipano ai nostri lavori. Si tratta di una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti della commissione”.

rifiuti organici

Il direttore Ambiente della Regione: “Non è ancora stata presentata nessuna richiesta di autorizzazione”

 La commissione Trasparenza e pubblicità del Consiglio regionale, presieduta da Chiara Colosimo, ha svolto oggi un’audizione sull’impianto di trattamento dei rifiuti organici proposto dal Comune di Roma nella zona di Casal Selce.

In apertura della seduta, la presidente Colosimo ha rimarcato l’assenza dell’assessore regionale al Ciclo dei rifiuti, Massimiliano Valeriani, e del direttore regionale della stessa area, Andrea Rafanelli. “Ancora una volta – ha dichiarato – non partecipano ai nostri lavori. Si tratta di una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti della commissione”.

Ha preso poi la parola Marco Giovagnorio, presidente della commissione Trasparenza del XIII Municipio, che aveva chiesto l’audizione, secondo il quale è necessario che “la cittadinanza sia coinvolta nelle decisioni attraverso un processo di partecipazione. Qualsiasi tipo di scelta non può passare sulla testa dei cittadini, degli organismi di rappresentanza e ei comitati. A maggior ragione se si parla di realizzare uno dei più grandi biodigestori d’Europa in una zona del tutto inadatta”.

Da parte sua, il direttore regionale Ambiente della Regione, Vito Consoli ha dichiarato che “al di là degli articoli apparsi sulla stampa, allo stato Ama non ha presentato alcuna richiesta di autorizzazione di un nuovo impianto. Su quell’area, in passato, è stato autorizzato un impianto aerobico, da 60mila tonnellate annue, mai realizzato, ma in questo caso si tratterebbe di un processo autorizzativo del tutto nuovo”.

Netta contrarietà all’impianto è stata dichiarata dai comitati di quartiere di Castel di Guido e Casal Selce, secondo i quali “si tratta di un’area non idonea, a forte rischio idrogeologico, a soli due chilometri dalla discarica di Malagrotta. Noi siamo disposti, discutendo insieme dove farlo, a realizzare nel nostro territorio un impianto di piccole dimensioni che risponda alle esigenze del Municipio”.

D’accordo anche il consigliere Daniele Giannini (Lega) secondo il quale “ogni Municipio deve avere impianti sostenibili, di piccole dimensioni. Quella di Casal Selce è una zona di pregio dell’agro romano, a bassa densità abitativa. Si tratta di un progetto irrealizzabile che va contro la salute dei cittadini”.

Marco Cacciatore (gruppo misto) è ripartito dal piano regionale rifiuti “che da preferenza a impianti di piccole dimensioni, che privilegino il riuso, con preferenza verso quelli pubblici. A Roma servono dunque impianti di compostaggio aerobico, di dimensioni medio piccole, al massimo 20mila tonnellate, per produrre compost di qualità da riutilizzare in agricoltura. Per il fabbisogno previsto nei prossimi anni ne servirebbero 20, insediati sull’arco del Gra e 6 impianti di recupero materia per trattare l’indifferenziata, che senza la frazione organica diventa del tutto inodore”.

La consigliera Francesca De Vito (gruppo misto) si è detta preoccupata per le responsabilità dell’assessore alla Transizione ecologica: “Dove stava quando si davano le autorizzazioni per realizzare un biodigestore da 120mila tonnellate a Civitavecchia? I consiglieri di maggioranza, invece di dare lezioni ai territori, si occupino di quello che fa la Giunta”. Secca replica da parte di Valerio Novelli (M5s), secondo il quale non si tratta di materia di competenze dell’assessorato alla Transizione ecologica.

Nella sua replica Consoli ha dichiarato che ”tutte le opinioni politiche sono ovviamente legittime, ma nessuna norma vieta di realizzare impianti più grandi. Sull’impianto di Civitavecchia c’è stato un normale iter autorizzativo, anche abbastanza lungo, con tre conferenze dei servizi. Tutto in assoluta trasparenza. Le direzioni regionali, va precisato, non sono soggette a nessun parere di nessun assessore, la legge separa nettamente  le competenze gestionali da quelle politiche”.

La presidente Colosimo, chiudendo l’audizione, si è detta preoccupata del fatto che “l’assessore all’Ambiente di Roma non conosca i criteri che vanno soddisfatti per l’individuazione di questi impianti”.