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La rivolta degli azionisti delle Big Oil: nel mirino finisce Shell

Il 18 maggio una ong è riuscita a raccogliere i voti del 30% degli azionisti della compagnia anglo-olandese e a impegnarla a fissare obiettivi a breve termine e una roadmap chiara per diminuire la produzione di petrolio

Big Oil: Shell deve rivedere i piani per la transizione energetica
Foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay

I piani delle Big Oil per la transizione energetica sono realistici?

(Rinnovabili.it) – “Finalmente gli investitori stanno sollecitando le compagnie petrolifere a impegnarsi davvero per l’accordo sul clima di Parigi, e non si nascondono dietro l’orizzonte 2050”, gongola Mark van Baal, il fondatore dell’ong Follow This. È fresco di vittoria contro una Big Oil come Shell. Una vittoria conquistata a suon di pacchetti azionari e grazie a un supporto molto più ampio del previsto. Il suo obiettivo? Obbligare la compagnia anglo-olandese a ridurre progressivamente la produzione di petrolio.

All’ultima assemblea degli azionisti, Follow This ha messo sul tavolo una proposta: la Big Oil si deve impegnare a ridurre l’output di petrolio con tempi e volumi certi. Un cambio di rotta significativo, visto che finora Shell non è andata oltre un piano climatico in cui viene fissato l’obiettivo a lungo termine per la transizione energetica dell’azienda, ma senza molti dettagli concreti.

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Proposta che non solo è andata ai voti, ma ha raccolto un sorprendente 30% dei suffragi. Molti più di quanti van Baal se ne aspettasse. Inclusi alcuni grandi investitori, il cui peso è stato determinante. Secondo il diritto inglese, infatti, se si supera il 20% dei voti l’azienda è obbligata ad avviare un processo di consultazione con i suoi azionisti.

Follow This è riuscita quindi a innescare questo processo. Che in ogni caso dovrebbe obbligare Shell a fissare anche degli obiettivi climatici a breve termine, e di conseguenza a spiegare subito come intende raggiungerli. Ma la Big Oil sta cercando una scappatoia. Subito dopo il voto della mozione dell’ong, l’azienda ha testato il supporto per il suo piano di transizione. E il piano a raccolto l’88% dei voti.

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Quindi c’è chi ha votato per la mozione di van Baal ma ha anche dato luce verde al piano di transizione energetica così com’è. È su questo punto che Shell vuole vederci chiaro con un primo giro di consultazioni. La lettura più lineare di quanto è successo è che molti azionisti sono d’accordo con il (poco ambizioso) piano della compagnia, ma vogliono che venga implementato davvero e quindi chiedono che si passi subito all’azione.