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Negli USA il primo bando delle fossili al mondo che blocca tutte le nuove infrastrutture

Bando delle fossili: stop a nuove infrastrutture, il nuovo modello testato in USA
Foto di SatyaPrem da Pixabay

Il bando delle fossili di Whatcom riguarda raffinerie, impianti per il carbone e tutte le opere collegate

(Rinnovabili.it) – Basta nuove centrali a carbone. Stop anche alla costruzione di raffinerie. E di tutte le infrastrutture energetiche relative. È un bando delle fossili a 360° quello deciso per la prima volta al mondo da una contea dello Stato di Washington, Whatcom, che si trova negli Stati Uniti nord occidentali colpiti in queste settimane da un’ondata di calore record e vasti incendi.

La decisione di Whatcom affonda le sue radici nel braccio di ferro tra le istituzioni locali e le multinazionali del petrolio sull’impatto su salute e clima dei diversi impianti presenti sul territorio. In particolare, la contea ospita due delle 5 raffinerie presenti nello stato di Washington, che distribuiscono carburante a tutta la costa ovest degli Stati Uniti. La lotta ambientale si era già inasprita anni fa, con la presentazione di un progetto sul carbone nell’hub di Cherry Point, poi bloccato nel 2016. Si trattava di un sito per l’esportazione di carbone di grandi dimensioni, che avrebbe il movimentato 50 milioni di tonnellate l’anno. In gran parte dirette verso i mercati asiatici.

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“Non ci saranno nuove raffinerie, non saranno in grado di ottenere i permessi per esportare il loro prodotto e mentre avremo ancora qui queste strutture anacronistiche, sarà più difficile per loro espandersi”, ha affermato Todd Donovan, membro del consiglio della contea e uno dei principali sostenitori della nuova legge sullo stop alle fossili. “Il futuro è chiaramente nelle energie rinnovabili”.

Chi ha preparato la legge – frutto di un lungo lavoro di compromesso e di dialogo anche con l’industria – spera che possa fare da apripista. Non solo per altre contee, che possono prenderlo e applicarlo. Ma anche per l’amministrazione Biden, con un’applicazione a livello federale.

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“Questo è un momento enorme, sfida la narrativa che è stata l’impostazione predefinita del secolo scorso secondo cui le nuove infrastrutture per i combustibili fossili sono inevitabili e saranno sempre costruite”, commenta al Guardian Matt Krogh, un attivista del gruppo ambientalista Stand.earth che vive nella contea di Whatcom.

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