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Azione climatica globale: nessun settore è sulla traiettoria giusta

Azione climatica: dal paradigma dell’estrazione a quello della cura
Foto di No-longer-here da Pixabay

Il rapporto di WRI sullo stato dell’azione climatica globale

(Rinnovabili.it) – Nessun ambito dell’azione climatica globale è sulla giusta strada per rispettare il Paris agreement. E anche se ci sono dei segni di progresso “incoraggianti”, in molti casi la traiettoria va cambiata radicalmente. Carbone, trasporto pubblico, intensità di carbonio dell’industria energivora, deforestazione e diete individuali sono i settori più critici.

Il giudizio senza appello è del World Resource Institute, che ha analizzato nello State of Climate Action 2022 i progressi nell’accelerare l’azione per il clima nei settori che rappresentano circa l’85% delle emissioni globali di gas serra (energia, edifici, industria, trasporti, foreste e terreni, cibo e agricoltura). E li ha confrontati con quelli necessari entro il 2030 e il 2050 per limitare il riscaldamento a 1,5°C.

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Dei 40 indicatori considerati, più della metà (21) sono etichettati “molto fuori strada” mentre 5 indicatori non solo non migliorano ma vanno proprio nella direzione sbagliata. Dove è necessaria un’inversione a U? Nel trend di generazione elettrica da carbone senza cattura di CO2 e nell’intensità di carbonio dell’industria dell’acciaio. I viaggi in auto aumentano mentre dovrebbero diminuire del 4-14% al 2030. Sul fronte degli ecosistemi, il trend peggiore è quello della perdita di mangrovie, tra i migliori pozzi di carbonio. Infine, il sistema alimentare: le emissioni agricole dovrebbero diminuire del 22% sui livelli del 2017 entro fine decennio, invece crescono.

I segnali positivi nell’azione climatica globale però non sono pochi. La corsa dell’energia pulita è in aumento in tutto il mondo. Dal 2019 al 2021 la generazione solare è cresciuta del 47% e quella eolica del 31%. Promossa anche la diffusione delle auto elettriche. Nel 2021 gli EV rappresentano quasi il 9%delle vendite di autovetture, raddoppiando rispetto all’anno precedente. La quota globale di veicoli elettrici a batteria e a celle a combustibile nelle vendite di autobus segna un aumento di oltre 20 volte in meno di un decennio.

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“Lo scollamento tra gli ingenti finanziamenti necessari per affrontare la crisi climatica e le modeste somme stanziate dai governi è sorprendente”, dichiara Helen Mountford della ClimateWorks Foundation, che ha contribuito al report. “Considerando come i governi si sono mobilitati per combattere la pandemia di COVID-19 e per rispondere alla crisi energetica, è chiaro che i governi non stanno trattando il cambiamento climatico con l’urgenza che richiede”.

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