Secondo i calcoli di Carbon Brief, il balzo non ha precedenti negli ultimi 10 anni. Il nuovo primato di emissioni è stato raggiunto a fine marzo con 12 Gt di CO2. Vale a dire, 600 milioni di t più del totale del 2019 (+5%)
Aumento record delle emissioni con +15% anno su anno nel Q1
(Rinnovabili.it) – Il rimbalzo post-Covid della Cina passa da un aumento record delle emissioni. Nel primo trimestre del 2021 le emissioni di anidride carbonica di Pechino sono cresciute del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Proprio i mesi più duri per il gigante asiatico, quando la pandemia ha paralizzato il paese.
Secondo i calcoli di Carbon Brief, questo aumento record delle emissioni non ha precedenti negli ultimi 10 anni. A piegare verso l’alto la curva sono soprattutto le emissioni che derivano dai combustibili fossili e dalla produzione di cemento, che in questi tre mesi sono cresciute del 14,5%.
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Il risultato di questo rimbalzo è un volume di gas climalteranti emesso già superiore ai livelli pre-pandemia. Il nuovo primato di emissioni è stato raggiunto a fine marzo con 12 Gt di CO2. Vale a dire, 600 milioni di t più del totale del 2019 (+5%). Se la Cina continuasse a questi ritmi per tutto il resto del 2021, calcola Carbon Brief, userebbe quasi tutto il carbon budget che ha a disposizione da qui al 2025 secondo quanto contenuto nel nuovo piano quinquennale.
Nel mirino resta poi il carbone. “Circa il 70% dell’aumento delle emissioni nel primo trimestre del 2021 è dovuto all’aumento dell’uso del carbone, con la crescita della domanda di petrolio che ha contribuito per il 20% e la domanda di gas fossile del 10%”, scrive Carbon Brief. Quasi due terzi dell’aumento dell’uso del carbone dipende dal settore energetico, tra cui spiccano l’industria dei metalli (15%) e il settore dei materiali da costruzione (10%, cemento e vetro). La singola causa di crescita del carbone, evidenzia Carbon Brief, è l’acciaio (che da solo pesa, in termini assoluti, per il 30% dell’uso totale della fonte fossile).
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Pechino ha reso pubblico a marzo il nuovo piano quinquennale, il documento programmatico con cui la Cina pianifica la sua economia. Come di consueto non contiene un tetto assoluto alle emissioni ma si focalizza sulla riduzione dell’intensità energetica e l’intensità di carbonio dell’economia nazionale. Benché non si citi il carbone, Pechino ha assicurato che intende raggiungere il picco di emissioni entro il 2030 e che la frenata dovrebbe iniziare al più tardi nel 2025.