Rinnovabili • Deforestazione dell’Amazzonia: a marzo 2023, +14% Rinnovabili • Deforestazione dell’Amazzonia: a marzo 2023, +14%

1/3 degli attivisti ambientali uccisi nel 2022 difendeva l’Amazzonia

Con un morto ogni due giorni, il 2022 è stato particolarmente pesante per gli attivisti che difendono terra, acqua e diritti dei popoli indigeni nel mondo. Questi ultimi sono la categoria più martoriata: rappresentano il 5% della popolazione globale ma il 34% delle uccisioni. Dal 2012 i morti sono 1.910

Deforestazione dell’Amazzonia: a marzo 2023, +14%
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Il rapporto annuale dell’ong Global Witness

(Rinnovabili.it) – Sono 177 gli attivisti ambientali uccisi nel 2022 in tutto il mondo per le loro battaglie in difesa di acqua, foreste, diritti dei popoli indigeni. Il continente più pericoloso è, ancora una volta, l’America Latina. Qui si concentrano 9 assassini su 10. Di cui 1/3 in Colombia, paese che scala la classifica del tasso di mortalità di attivisti ambientali. E 1 morte su 5 è legata alla difesa dell’Amazzonia.

Sono i numeri diffusi da Global Witness, l’Ong che ogni anno monitora e aggiorna la conta degli attivisti ambientali uccisi. Negli ultimi 10 anni, le vittime sono state almeno 1.910. I riflettori sono puntati soprattutto sulla Colombia. Il paese non ha solo il primato per il 2022 con 60 attivisti ambientali uccisi, ma è anche uno dei paesi con la crescita anno su anno più marcata.

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“Nonostante la Colombia abbia ratificato nell’ottobre 2022 un importante accordo regionale giuridicamente vincolante che impone al governo di prevenire e indagare sugli attacchi contro i difensori, questa cifra è quasi il doppio del numero di omicidi segnalati nel 2021”, si legge nel rapporto. Gli altri paesi che seguono in classifica sono Brasile (34), Messico (31), Honduras (14). Il primo non del Centro o Sud America sono le Filippine con 11 vittime.

Il 22% delle morti è localizzato in Amazzonia, che nel 2022 è stato il luogo più pericoloso del Pianeta per gli attivisti ambientali. Tra le vittime, anche il giornalista britannico del Guardian Dom Phillips e l’esperto indigeno Bruno Pereira, che sono stati uccisi da uomini armati mentre viaggiavano attraverso il territorio indigeno nell’Amazzonia brasiliana lo scorso giugno. Nel complesso, dal 2014 in Amazzonia sono stati uccisi almeno 296 attivisti ambientali. Con una sproporzione tra gli appartenenti a popoli indigeni: in tutto il mondo sono solo il 5% della popolazione ma pesano per il 34% delle uccisioni.

“I governi di tutto il mondo devono affrontare con urgenza gli omicidi insensati di coloro che difendono il nostro pianeta, inclusa la protezione dei suoi ecosistemi più preziosi che hanno un ruolo fondamentale da svolgere nell’affrontare l’emergenza climatica. È necessaria un’azione unita a livello regionale, nazionale e internazionale per porre fine alla violenza e all’ingiustizia che devono affrontare. Sono già andate perdute troppe vite. Non possiamo permetterci di perdere altro”, ha commentato Shruti Suresh di Global Witness.