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Governo verso il rinvio dell’assicurazione obbligatoria per le imprese sui danni catastrofali

Assicurazione obbligatoria imprese: governo valuta rinvio
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Tra 10 giorni, tutte le aziende italiane dovranno aver stipulato una polizza per proteggersi dagli eventi catastrofali, in gran parte resi più intensi e frequenti dall’impatto del cambiamento climatico. L’obbligo di assicurazione obbligatoria per le imprese, noto da inizio 2024, scade il 31 marzo. Ma tra ritardi normativi, confusione su cosa effettivamente rientra nella copertura assicurativa e tempi fisiologici di adeguamento da parte delle compagnie, il numero delle aziende non ancora in regola è elevato. Per questo il governo sta valutando un (nuovo) rinvio.

Assicurazione obbligatoria per le imprese, le richieste di Confartigianato e Cna

La richiesta arriva dalle imprese per voce delle principali associazioni di categoria. Confartigianato e Cna, ad esempio, avevano già chiesto lo scorso gennaio di posticipare l’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per le imprese al 2026.

Durante un’audizione in commissione Affari Costituzionali del Senato relativa al dl Milleproroghe, avevano sottolineato che la scadenza del 31 marzo “non consente al mercato di organizzarsi sia sul lato dell’offerta e sia su quello della domanda”.

Confesercenti: decreto attuativo arrivato tardi

Confesercenti parla di una “corsa contro il tempo piena di interrogativi e insidie”. Soprattutto per le circa 1,5 milioni di attività del commercio, del turismo e dei servizi che esercitano in un locale in affitto. 

La ragione? L’obbligo è noto da tempo, ma i dettagli fondamentali sono arrivati a ridosso della scadenza. Il decreto attuativo che definisce nello specifico il perimetro dell’obbligo è entrato in vigore solo il 14 marzo scorso. Le imprese, lamenta Confesercenti, non hanno avuto tempo di verificare che le polizze disponibili corrispondano alle loro necessità e agli obblighi di legge.

Confindustria: MIMIT non fa chiarezza

Sulla stessa linea si muove anche Confindustria. Angelo Camilli, vicepresidente con delega al credito, la finanza e il fisco, chiede una proroga di 90 giorni perché il decreto attuativo non ha davvero fatto chiarezza. E il ministero delle Imprese e del Made in Italy non ha ancora risposto alle richieste di spiegazioni.

“Abbiamo presentato al ministero per le Imprese la richiesta di chiarimenti su un articolato elenco di aspetti, alcuni molto tecnici, altri più preoccupanti”, spiega Camilli. “Non abbiamo informazioni, ad esempio, sul livello dei premi, su quale sarà la contrattualistica e su quali saranno gli impegni chiesti alle imprese in caso di investimenti per la mitigazione dei rischi. Sono tutti elementi che non consentono di avere un quadro chiaro e trasparente di applicazione della norma”, aggiunge.

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