Rinnovabili • artico Rinnovabili • artico

Artico: la Russia dà il via al maxi progetto petrolifero Vostok

Previsti 2 nuovi aeroporti, 1 terminal petrolifero costiero e una pipeline da 700 km. E Putin guarda alla Rotta del Mare del Nord per arrivare ai mercati asiatici

artico
Credits: Наталья Коллегова da Pixabay

Mosca si rafforza nell’Artico con l’oil&gas

(Rinnovabili.it) – Mentre si appresta ad aggiornare i suoi contributi nazionali volontari (NDC) sul clima, la Russia ha dato il via alle operazioni del più vasto progetto di sfruttamento del petrolio nell’Artico. Un messaggio cristallino su come Mosca intende contribuire alla riduzione delle emissioni globali, cioè senza sacrificare assolutamente la sua industria energetica nazionale dell’oil&gas.

D’altronde questo indirizzo lo aveva chiarito senza mezzi termini lo stesso presidente Vladimir Putin solo poche settimane fa. Il quarto emettitore maggiore al mondo aveva rassicurato che intende rispettare gli impegni presi con l’accordo di Parigi sul clima. E aveva chiesto ai ministeri competenti di presentare un piano di sviluppo economico al 2050, che bilanciasse le misure per il clima con l’imperativo di non danneggiare in alcun modo l’economia del paese.

Leggi anche La Russia accelera sul clima e prova a onorare l’accordo di Parigi

Così non deve stupire che ieri Rosneft, il colosso russo del petrolio, abbia dato il via alle operazioni del progetto Vostok. Si tratta della chiave di volta della politica industriale di Mosca. Include diversi giacimenti di petrolio e gas del cluster Vankor, il giacimento petrolifero di Payakhskoye e il sito di West-Irkinsky, tutto nella regione artica di Krasnoyarsk. Le riserve totali di questi giacimenti sono stimate a 5 mld di tonnellate di petrolio.

Con lo sviluppo del progetto, la Russia punta a rafforzarsi nell’Artico, anche nell’ottica di ribadire la propria presenza in un quadrante che sta diventando sempre più strategico a causa dei periodi prolungati nei quali la rotta commerciale attraverso il Polo Nord rimane libera dai ghiacci e quindi percorribile. A supporto del progetto si prevede la costruzione di 2 nuovi aeroporti, di un porto con una capacità massima annuale di 115 mln di t di petrolio e di una pipeline da 700 km per agganciare gli idrocarburi al resto della rete. Il flusso di idrocarburi verso i mercati asiatici dovrebbe avvenire via nave, dal nuovo terminal portuale, proprio attraverso la Rotta del Mare del Nord.

Leggi anche La Russia riscalda la competizione per le nuove rotte in Artico