(Rinnovabili.it) – Alla “Fine del mondo”, nel piccolo paesino di Ushuaia, in Argentina, sorge una casa che ha dell’incredibile, costruita combinando i materiali naturali con ogni genere di rifiuto industriale, dagli pneumatici alle bottiglie di vetro: sono le Earthship, le navi della terra, che da 40 anni “solcano” i continenti insegnando un altro modo di costruire e di vivere.
L’ultimo progetto completato in ordine di tempo è proprio Tol-Haru, la Earthship argentina costruita quasi al centro di una delle città collocate più a Sud del mondo e praticamente affacciata sul circolo polare Antartico. A firmare il progetto è ovviamente l’architetto Michael Reynolds, colui che per primo diede vita al sogno delle Earthship costruendo nei lontani anni ’70 la prima “nave della Terra” a Taos, in Messico.
50% DI MATERIALI RICICLATI – Per costruire quest’ultima bioarchitettura argentina, Reynolds ha utilizzato 333 pneumatici, 3.000 lattine d’alluminio, 5.000 bottiglie di plastica e 3.000 bottiglie di vetro, il tutto semplicemente combinato con terra cruda, sabbia e acqua.
La bioarchitettura argentina misura 51 mq ed è stata costruita in poco più di un anno da un team di 60 volontari, guidati dall’architetto Reynolds con l’aiuto degli studenti dell’Academy Earthship e dei membri della Fundation NAT.
UNA CASA OFF-GRID – Completamente off-grid, la Earthship argentina sfrutta gli elementi naturali per gestire il 100% del suo fabbisogno energetico: i pannelli fotovoltaici disposti in copertura forniscono elettricità, mentre il solare termico riscalda l’acqua sia per usi sanitari che per il riscaldamento, il tetto piano permette di raccogliere l’acqua piovana immagazzinandola in un serbatoio dove viene filtrata, inoltre oltre il 90% delle acque grige vengono recuperate e trattate rendendo l’edificio completamente autonomo nei consumi idrici.
Accanto alle soluzioni attive per la produzione energetica, una prerogativa fondamentale delle Earthship è proprio quella di sfruttare al meglio le prestazioni fisiche dell’involucro. La terra cruda che compone le pareti murarie è infatti uno dei materiali più isolanti esistenti in natura, optando poi per uno spessore murario notevole ed aggiungendo alla struttura una serie di vecchi pneumatici riciclati, le proprietà isolanti dell’edificio migliorano ulteriormente, assicurando una temperatura interna costante tra i 20 ed i 22°C.
UN AIUTO SOCIALE – La Earthship Tol-Haru è costruita con il 50% di materiali riciclati, scarti che solitamente le persone gettano nell’immondizia generando un quantitativo di rifiuti non indifferente per una piccola isola come Ushuaia; questa bioarchitettura costruita secondo la filosofia di Reynolds svolge perciò anche un ruolo sociale per la comunità, migliorando notevolmente le condizioni ambientali e di conseguenza migliorando la qualità della vita dei suoi cittadini.