(Rinnovabili.it) – Poche settimane fa, uno studio dell’American Association for the Advancement of Science rivelava cifre sconvolgenti riguardo gli effetti dell’inquinamento atmosferico. Solo nel 2013, lo smog ha causato 5,5 milioni di morti premature: in pratica uccide come una guerra mondiale. E il fatto che più della metà dei decessi sia localizzata in India e Cina non significa che nell’altra metà del mondo le cose vadano davvero meglio, anzi. Il problema di certo non è nuovo. Però mai come adesso sembra tornare di estrema attualità il tema dell’architettura mangia smog.
Le soluzioni scovate o partorite da architetti, designer e ricercatori scientifici sono davvero molte e spaziano in campi anche lontani tra loro. Dai materiali fotocatalitici per abbattere inquinanti e sostanze nocive in modo naturale a sistemi di filtraggio dell’aria integrati nel corpo degli edifici, passando per l’impiego di piante, arbusti e alberi particolarmente adatti contro l’inquinamento. Ecco alcuni degli esempi più efficaci di architettura mangia smog.
L’architettura mangia smog all’Expo di Milano
Il padiglione italiano presentato all’esposizione universale dello scorso anno era ricoperto di uno speciale cemento mangia smog che si basava sulla fotocatalisi: l’interazione tra luce e biossido di titanio permette di abbattere batteri e particolato. L’Expo è finita, ma quel prodotto è in commercio con brevetto Italcementi. Si tratta di un particolare cemento biodinamico realizzato all’80% da materiali di riciclo provenienti dalle cave di marmo di Carrara.
Dall’Expo a Città del Messico
Infatti proprio questo materiale forma la pelle fotocatalitica della Torre de Especialidades, nel complesso ospedaliero della capitale centramericana. Degli elementi ceramici sono impastati con il TiO2: sono della tipologia “proSolve370e” progettata dai designers berlinesi Elegant Embellishments per formare una rete eterogenea che avvolge l’ospedale e protegge gli ambienti interni particolarmente delicati da smog e batteri. Per avere un’idea dell’efficacia della pelle dell’ospedale, ogni giorno riesce ad assorbire l’inquinamento prodotto da 8750 automobili.
Il Bosco Verticale di Boeri
Ritorniamo in Italia, sempre a Milano. Non si può non citare l’opera dell’architetto Stefano Boeri, “la prima foresta verticale al mondo”. Le circa 21.000 piante creano una enorme facciata verde che riduce la CO2 in sospensione nell’aria meneghina, produce ossigeno e combatte anche l’inquinamento sonoro e l’effetto isola di calore.
La più grande macchina mangia smog al mondo
Così è stata definita da molti l’opera di Daan Roosegaarde, lo Smog Free Project. A metà tra infrastruttura e installazione, questa torre alta 7 metri è alimentata esclusivamente da fonti rinnovabili e riesce a filtrare, ogni ora, la bellezza di 30.000 mc d’aria inquinata. E non finisce qua. Le micro particelle di carbonio vengono poi compattate, trasformate in gioielli e vendute per finanziare il progetto stesso.
Tegole performanti dalla California
Il tetto è spesso sfruttato per installare i moduli fotovoltaici. Ma non è l’unica destinazione d’uso possibile. Degli studenti dell’Università della California, per una competizione di design, hanno avuto l’idea di rivestire le tegole di diossido di titanio. Il risultato è decisamente buono: un tetto che sfrutta questo materiale rimuove dall’88 al 97% degli ossidi di azoto dispersi nell’aria.
Il cartellone pubblicitario che respira
L’Università di Ingegneria e Tecnologia del Perù ha trovato una soluzione davvero particolare per abbattere l’inquinamento che ammorba la capitale Lima. Si tratta di un cartellone pubblicitario che ha i “polmoni” di 1200 alberi. Infatti può arrivare a purificare anche 100.000 mc d’aria al giorno. E’ equipaggiato di una tecnologia a base di acqua che filtra batteri, polveri e particelle.