Rinnovabili • Amazzonia: due nuovi decreti preparano un boom di cercatori d’oro Rinnovabili • Amazzonia: due nuovi decreti preparano un boom di cercatori d’oro

Bolsonaro vuole l’oro dell’Amazzonia e fa un favore al “garimpo ilegal”

Da ieri sono in vigore due decreti che semplificano l’estrazione di oro nella foresta tropicale per i cercatori “artigianali”. Invece di dare un giro di vite a una pratica che devasta l’ecosistema e causa inquinamento da mercurio, Bolsonaro dà l’ennesima pugnalata al polmone verde del pianeta

Amazzonia: due nuovi decreti preparano un boom di cercatori d’oro
Foto di Csaba Nagy da Pixabay

Almeno metà dell’oro in Amazzonia è estratto in modo illegale

(Rinnovabili.it) – Dopo aver smantellato i sistemi di controllo della deforestazione dell’Amazzonia, che non a caso continua a registrare record assoluti sotto Bolsonaro, il presidente del Brasile apre la foresta tropicale all’estrazione d’oro invece di proteggerla dal garimpo ilegal che dilaga. È un nuovo capitolo in quella che appare sempre più come una distruzione paziente e metodica del polmone verde del pianeta.

Con due decreti entrati in vigore ieri, la ricerca e l’estrazione di oro in Amazzonia diventa più semplice. Un provvedimento scardina le garanzie di protezione ambientale, ordinando una revisione dei regolamenti in modo da semplificare i criteri per l’analisi delle richieste estrattive. L’altro definisce l’Amazzonia come “la regione prioritaria per i lavori di sviluppo” e definisce un programma di supporto ai piccoli operatori. In pratica gli stessi protagonisti del garimpo ilegal, i cercatori d’oro di frodo che punteggiano di barche e baracche il Rio delle Amazzoni e i suoi affluenti.

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Fin dalla sua elezione, Bolsonaro ha mascherato la distruzione della foresta tropicale amazzonica dietro la necessità di portare sviluppo in una regione con i più bassi indicatori socio-economici del paese. È stato più che altro una lotta senza quartiere alle comunità indigene e alle organizzazioni della società civile, oltre che ai funzionari ministeriali non allineati. Oggi nessuna agenzia statale che si occupa di ambiente può essere più definita indipendente dal governo e l’esercito schierato in Amazzonia protegge più le motoseghe illegali che la foresta.

Con gli ultimi favori all’estrazione mineraria su piccola-media scala, la foresta tropicale verrà messa ancora più sotto pressione. Le operazioni, infatti, sono generalmente condotte in modo insostenibile, a partire dallo scavo di trincee e dalla deviazione dei corsi d’acqua. Per non parlare dell’inquinamento da mercurio, sostanza usata nel processo di estrazione dell’oro. Già oggi, con le regole vigenti, si stima che circa metà della produzione nazionale di oro derivi da attività illegali. Forse di più: secondo uno studio dell’Università del Minas Gerais e del ministero dell’Ambiente brasiliano solo il 34% dell’oro estratto in Brasile (174 tonnellate) nel ’19 e nel ’20 è legale. Metallo che lascia inquinamento e devastazione in Brasile ma prende la via verso altri continenti e arriva anche in Italia, come ha rivelato l’operazione Terra Desolata condotta dalla polizia federale brasiliana l’ottobre scorso.

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