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UE: dall’interconnessione elettrica con l’Ucraina alle alternative al gas russo

ue alternative al gas russo
Credits: Unione Europea

 I ventisette studiano alternative al gas russo

(Rinnovabili.it) – “La guerra contro l’Ucraina non è solo uno spartiacque per l’architettura della sicurezza in Europa, ma anche per il nostro sistema energetico. Ha reso dolorosamente chiara la nostra vulnerabilità. Non possiamo permettere che nessun paese terzo destabilizzi i nostri mercati energetici o influenzi le nostre scelte”. Con queste parole la Commissaria europea all’energia, Kadri Simson ha accolto le conclusione del Consiglio dell’Energia. I ventisette ministri si sono incontrati ieri a Bruxelles per discutere della situazione energetica in Europa a seguito dell’aggressione militare della Russia in Ucraina. Un incontro che si è mosso su un triplice livello, portando avanti le discussioni su come mettere in sicurezza il Blocco, gestire andamento dei prezzi e nel contempo rispondere alle richieste di sostegno dell’Ucraina. 

L’Unione sta oggi cercando alternative al gas russo che permettano di affrontare il prossimo inverno in caso di uno stop di Mosca alle forniture. Ma sul tavolo ci sono anche i possibili aiuti energetici all’Ucraina, a cominciare dalla sincronizzazione della rete elettrica del Paese con quella comunitaria. Un passaggio tecnicamente impegnativo come spiega la stessa Simson, ma che ha ottenuto un ampio assenso all’interno del Consiglio.

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L’architettura della sicurezza energetica traballa

Al momento le preoccupazioni più grandi vertono sulla capacità di riempimento degli stoccaggi di gas. “La nostra attuale valutazione è che l’UE possa superare questo inverno in sicurezza. Al momento i flussi di gas da est a ovest continuano, le consegne di GNL sono aumentate in modo significativo e le previsioni meteorologiche sono favorevoli”, ha affermato la commissaria. Tuttavia la situazione appare profondamente in bilico.

Nel complesso le riserve comunitaria comunitaria sono oggi al 30%, con una riduzione prevista al 18% per aprile. Per questo motivo Simson ha invitato i Ventisette ad accelerare su coordinamento e monitoraggio, e sul reperimento di alternative al gas russo. “A breve termine, dobbiamo diversificare ulteriormente le nostre forniture di gas lontano dalla Russia e garantire che tutti i partecipanti al mercato rispettino le regole del gioco […] È molto importante che gli Stati membri concludano senza indugio eccezionali accordi di solidarietà con i loro vicini. Ne abbiamo solo pochissimi finalizzati, il che significa che manca ancora un elemento della nostra architettura di sicurezza. Non possiamo permettercelo”.

La nuova toolbox UE

Da parte sua l’Esecutivo europeo sta finalizzando una nuova “cassetta degli attrezzi” per rafforzare le politiche anti crisi energetica. La comunicazione dovrebbe essere pubblicata il prossimo 8 marzo ma non mancano le prime indiscrezioni. Si parla già dell’introduzione di un possibile un livello minimo di stoccaggio gas all’80%, che gli Stati membri dovrebbero raggiungere annualmente entro il 30 settembre. E la richiesta di un’accelerazione delle autorizzazioni per i nuovi parchi eolici e solari. La Commissione potrebbe anche supportare un aumento della produzione di biogas, fissando un volume minimo da raggiungere entro la fine del decennio, come strumento per alleggerire le bollette elettriche degli agricoltori.

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Ma a preoccupare è anche la situazione del mercato petrolifero. L’aumento dei prezzi del greggio ha creato una discussione sulla necessità di un rilascio coordinato da parte dei membri dell’AIE di parte della riserva strategica esistente per stabilizzare il mercato. “Tutti i 27 Stati membri dell’UE – ha concluso la Commissaria – devono disporre di scorte petrolifere di emergenza di almeno 90 giorni”. 

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