Il Trentino ha circa un terzo del territorio classificato come “area protetta”. Ma i segnali dell'emergenza climatica sono numerosi
Al centro i temi relativi all’ambiente e al cambiamento climatico nelle “terre alte”
L’esperienza del Trentino in materia di tutela ambientale e lotta ai cambiamenti climatici è stata al centro dell’intervento pronunciato ieri dal vicepresidente e assessore all’urbanistica e ambiente della Provincia autonoma di Trento nell’ambito del convegno internazionale High Summit COP26, tenutosi a Como e dedicato a “Montagne, Cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile”. L’evento, che si articola in nove sessioni tematiche, e che rientra nelle iniziative realizzate in vista della 26a Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, che si concluderà a Glasgow a novembre, è stato organizzato dalla fondazione Minoprio, con il patrocinio dle Ministero degli Esteri italiano, e prosegue anche oggi, articolandosi in numerose sessioni di lavoro, a cui intervengono scienziati, docenti ed esperti del settore ma anche politici e amministratori ed esponenti del mondo economico e della montagna. Oggetto della conferenza, i temi relativi all’ambiente e al cambiamento climatico nelle “terre alte” in relazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, i cui contenuti sono stati recepiti in Trentino dalla Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile.
L’invito a partecipare all’evento era arrivato dall’assessore all’ambiente e clima Raffaele Cattaneo della Regione Lombardia ed è stato accolto dalle due Province di Trento e di Bolzano (quest’ultima con il suo presidente) che reggeranno la Presidenza italiana di Eusalp per l’anno 2022. Eusalp, con il suo programma per l’anno 2022, dovrà raccogliere la sfida del cambiamento climatico e la sensibilità ambientale delle due Province è fondamentale per la sua attuazione.
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Dopo avere illustrato il percorso che ha portato il Trentino ad avere circa un terzo del territorio classificato come “area protetta”, soffermandosi su alcuni momenti particolarmente significativi come l’adozione nel 1967 del primo Piano urbanistico provinciale, l’istituzione nel 1988 dei due parchi naturali provinciali, l’Adamello Brenta e il Paneveggio Pale di San Martino, e arrivando infine alla legge 11/2007, che ha istituito la rete delle aree protette, il vicepresidente ha illustrato le strategie del Trentino per conciliare la conservazione degli elementi naturali e la lotta alle emissioni climalteranti con le esigenze del vivere in un territorio alpino, in linea anche con le indicazioni previste dalla Commissione Europea.
Numerosi sono infatti i segnali dell’emergenza climatica anche in Trentino: il sensibile aumento delle temperature, eventi meteorologici estremi più intensi, l’accelerazione del ritiro dei ghiacciai, l’innalzamento del limite delle nevicate. Tutte modifiche che causano impatti non solo sull’ambiente e sugli ecosistemi, ma anche su importanti settori socio-economici, come l’agricoltura, il turismo e la produzione di energia idroelettrica, sulla salute umana e sulla sicurezza della popolazione, e su risorse, finora ritenute garantite, come acqua e suolo.
È necessario quindi intervenire con urgenza anche a livello locale, implementando opportune misure di mitigazione e adattamento, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas climalteranti e, allo stesso tempo, diminuire la vulnerabilità e aumentare la resilienza del territorio, per affrontare gli inevitabili impatti del clima che cambia.
“Trentino Clima 2021–2023” è il programma di lavoro approvato dalla Giunta provinciale ad inizio agosto, coordinato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, che porterà all’adozione di una “Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici”. Le misure di mitigazione che saranno incluse nella Strategia sono affidate al nuovo Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP) 2021-2030, recentemente approvato, mentre le misure di adattamento saranno integrate nei piani e programmi provinciali di settore.
Soprattutto in tema di adattamento è auspicabile inoltre proseguire nella direzione di un forte coordinamento a livello macro-regionale, in ambito Eusalp, per offrire risposte condivise e sinergiche alla sfida dell’emergenza climatica, soprattutto sul versante dell’interazione tra cambiamenti climatici e pericoli naturali.
Grande importanza sarà data inoltre alle attività di comunicazione e sensibilizzazione rivolte in particolare ai giovani e alle scuole, grazie anche al ruolo del Forum provinciale per i cambiamenti climatici, promosso dalle realtà trentine che si occupano di iniziative culturali e di sensibilizzazione. Il Forum ha coordinato la presentazione di una proposta complessiva dell’offerta educativa dei vari enti rivolta a insegnanti e studenti delle scuole sul tema dei cambiamenti climatici.
Le Alpi – è una delle evidenze emerse nel corso del summit – sono un ambiente fragile, e qui gli effetti dei cambiamenti climatici sono anche più pesanti che altrove. E’ necessario dunque che non solo gli Stati ma anche i soggetti territoriali e la società civile nel suo insieme diano il loro contributo per affrontare la straordinaria emergenza che si sta delineando, affrontare, con coerenza, fiducia, senso di responsabilità, spirito costruttivo.
Tutta la conferenza verrà videoregistrata e le singole sessioni saranno in seguito disponibili sul sito di mountaingenius.org a tutti gli iscritti.