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Aiuti di Stato per clima ed energia, la disciplina UE si allinea al Green Deal

Aiuti di Stato clima energia
Credits: Unione Europea

 La disciplina degli aiuti di Stato si applicherà da gennaio 2022

(Rinnovabili.it) – Via libera alle linee guida sugli aiuti di Stato per clima, protezione ambientale ed energia (CAEEG). La Commissione europea ha approvato ieri la nuova disciplina comunitaria a sostituzione dei precedenti orientamenti in materia di sussidi pubblici. Un pacchetto di regole che si applicheranno a partire da gennaio 2022 a qualsiasi decisione adottata dall’Esecutivo UE. E a cui i Ventisette sono tenuti ad allinearsi entro il 2024.

L’aggiornamento normativo rispecchia le nuove esigenze del Green Deal europeo e mira ad supportare gli Stati membri a raggiungere gli obiettivo di decarbonizzazione in modo mirato ed efficiente in termini di costi. Come? Facilitando le energie rinnovabili e cercando di limitare gli interventi a favore delle fonti più inquinanti.

“L’Europa avrà bisogno di una notevole quantità di investimenti sostenibili per sostenere la sua transizione verde. Sebbene una quota significativa proverrà dal settore privato, il sostegno pubblico svolgerà un ruolo nell’assicurare che la transizione verde avvenga rapidamente”, ha commentato la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza. “Le nuove Linee guida […] aumenteranno tutto ciò che facciamo per decarbonizzare la nostra società. Tra l’altro, faciliteranno gli investimenti degli Stati membri, anche nelle energie rinnovabili, per accelerare il raggiungimento del nostro Green Deal, in modo economicamente vantaggioso”.

Gli aiuti di Stato nella normativa UE

Per evitare che i Paesi falsino o rischino di alterare la concorrenza nel mercato interno, il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea proibisce in linea generale gli aiuti di Stato. Esistono, tuttavia, speciali deroghe per una serie di misure a favore dell’ambiente e dell’energia – e da oggi anche del clima – per le quali gli incentivi statali possono risultare compatibili con il mercato comunitario. Nel dettaglio, il Collegio dei Commissari ha individuato una serie di categorie specifiche:

Cosa cambia per le energie rinnovabili?

Nel concreto, le norme ampliano le categorie di investimenti e tecnologie che i Ventisette possono sostenere. Consentendo ai governi nazionali, tra le altre cose, di organizzare aste tecnologiche specifiche che includano fino ad un 30% di criteri qualitativi (ossia non basati sul prezzo) nella selezione delle offerte. Il documento apre le parte anche ai meccanismi di stabilizzazione dei ricavi sotto forma di Contratti per Differenza (CfD) bilaterali. Gli Stati membri potranno, inoltre, concedere maggiore flessibilità per quanto riguarda i requisiti di prequalifica per i progetti sviluppati e posseduti al 100% da PMI o da comunità energetiche rinnovabili come mezzo per ridurre gli ostacoli alla loro partecipazione.

 Non solo. I nuovi orientamenti permettono di assegnare aiuti di Stato anche ai progetti pilota e dimostrativi, a patto che i Paesi UE dimostrino che non esiste una concorrenza sufficiente. Questo ora vale anche per i progetti al 100% di proprietà di PMI o di comunità energetiche pari o inferiori a 6 MW di capacità installata, e per quelli posseduti da piccole e microimprese o da CER  per la sola generazione eolica, pari o inferiore a 18 MW di capacità installata.

Le linee guida mirano a granatiere la coerenza con la legislazione e le politiche dell’UE pertinenti in materia ambientale ed energetica, tra l’altro ponendo fine ai sussidi per i combustibili fossili più inquinanti. “È improbabile – scrive Bruxelles – che le misure che comportano nuovi investimenti nel gas naturale vengano approvate a meno che non si dimostri che gli investimenti sono compatibili con gli obiettivi climatici dell’Unione per il 2030 e il 2050, facilitando la transizione da combustibili più inquinanti senza bloccare tecnologie che potrebbero ostacolare il più ampio sviluppo di combustibili più puliti soluzioni”.

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