Polemica sui prodotti fitosanitari
Con riferimento all’articolo pubblicato oggi da un quotidiano locale rispetto a quanto emerso in occasione dell’importante e prezioso approfondimento sul tema dei prodotti fitosanitari organizzato ieri dal Consiglio provinciale l’assessore Giulia Zanotelli, al fine di assicurare una corretta informazione, intende fornire alcune precisazioni. “Preliminarmente, – spiega l’assessore – spiace rilevare come la rappresentazione di quanto comunicato dai qualificati relatori che hanno partecipato alla Conferenza d’informazione sia stata del tutto parziale, tralasciando, di fatto, di riprendere, anche solo in modo sintetico, i grandi progressi che il Trentino, e l’agricoltura trentina in particolare, hanno realizzato in questi anni sui fronti della sostenibilità, della salubrità, della qualità e della promozione della coltivazione biologica“.
“Se, da un lato, è doveroso assumere la consapevolezza delle criticità e degli spazi di miglioramento che ancora esistono, anche rispetto all’uso dei fitofarmaci nelle pratiche agricole, dall’altro, è fondamentale contestualizzare i ragionamenti, collocarli nell’ambito dei percorsi che sono in atto e riferirli correttamente alla realtà del nostro territorio in rapporto agli altri territori agricoli nazionali e non solo. Diversamente, invece di concorrere ad una corretta informazione, promuovendo una progressiva assunzione di consapevolezza a tutti i livelli, condizione essenziale per far evolvere il senso di responsabilità nel perseguimento degli interessi collettivi di un territorio, si rischia di creare solo allarmismo, di non favorire i processi di collaborazione e le sinergie in atto, di accentuare i conflitti ed acuire le distanze, di danneggiare, in ultima analisi, un settore con conseguenze per l’intera nostra comunità.
Non possiamo, infatti, dimenticarci – aggiunge l’assessore Zanotelli – che l’agricoltura è l’attività primaria che ci fornisce il cibo, che è economia, ma è anche occupazione, mantenimento del paesaggio, degli equilibri idrogeologici e, in alcuni casi, anche di quelli ecosistemici. Proprio per questo è giusto pretendere dall’agricoltura e dagli agricoltori un forte impegno per assicurare produzioni sempre più salubri, per limitare al minimo l’impatto ambientale, per concorrere al meglio al perseguimento dell’obiettivo imprescindibile di una sostenibilità integrale, che comprende oltre all’ambiente anche l’economia e la società.
Per questo, è doveroso dar conto di quanto fin qui fatto nell’ambito di questo impegno, con un ruolo di indirizzo, accompagnamento e controllo assicurato da parte della Pubblica Amministrazione.
Ed è per questo che si può affermare, dati e risultati alla mano, che il Trentino è all’avanguardia a livello nazionale rispetto ai predetti obiettivi, come peraltro hanno ben evidenziato le presentazioni dei diversi relatori intervenuti: l’applicazione dei disciplinari volontari di produzione integrata e biologica, gli sviluppi significativi della coltivazione biologica, i percorsi di collaborazione, attraverso accordi di programma tra Provincia, Produttori e FEM, che hanno consentito di eliminare diversi principi attivi e di migliorare la situazione di molti corsi d’acqua, misure specifiche per elevare la qualità delle acque, accompagnate da monitoraggi e controlli rigorosi che hanno evidenziato un progressivo miglioramento, il recepimento del Piano d’Azione Nazionale per l’Uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) con un approccio molto restrittivo e ben più vincolante, le misure di regolamentazione e di controllo rispetto alle attività di utilizzo dei fitofarmaci (caricabotte, sistemi di diffusione, centri di lavaggio), ma anche il supporto specialistico e formativo assicurati dalla Fondazione Mach, solo per citare alcuni dei numerosi percorsi avviati e dei risultati raggiunti.
Questo, preme sottolinearlo, non vuole in alcun modo disconoscere il fatto che alcune criticità ancora ci siano e che lo sforzo per migliorare i nostri processi produttivi, agricoli e non, deve proseguire, nell’interesse preminente della salute pubblica,ma vuole collocarlo nell’ambito di una corretta rappresentazioni dei fatti e delle situazioni, che tenga conto anche dei cambiamenti climatici in atto e della comparsa di nuove patologie che, purtroppo, richiedono, per salvaguardare la produzione agricola, anche misure di contrasto diretto, da affiancare doverosamente, come si sta facendo, con sistemi di lotta biologica e con lo sviluppo dio varietà resistenti.
Da ultimo, in coerenza con questo approccio di trasparenza e di corretta rappresentazione dei dati, è doveroso fornire alcune precisazioni rispetto alla tabella con la quale ha aperto il suo intervento la dottoressa Gentilini, che ha costituito la base di partenza per lo sviluppo di tutta una serie di altre sue considerazioni.
In primo luogo il dato di 1254 tonnellate, ricavato da ISTAT, corrisponde non al dato di utilizzo dei fitofarmaci sul territorio provinciale, ma al quantitativo consegnato nel 2018 dalle ditte produttrici/distributrici ai rivenditori. A questo riguardo, va, infatti, considerato che in Trentino operano alcune realtà commerciali che a loro volta vendono i prodotti ad aziende agricole fuori provincia.
Il quantitativo di 54 kg/ha, citato nell’articolo, lo si ripete per vendita e non per utilizzo di prodotti fitofarmaci, a maggior ragione non descrive la situazione reale in quanto è ricavato spalmando il quantitativo venduto su una superficie di poco superiore ai 23.000 ha, che non corrisponde alla reale superficie trattabile in Provincia che è pari a circa 26.000 ha.
Nella corretta lettura di questi dati va ancora considerato che il rapporto ISPRA n. 334/2020 riferisce il quantitativo venduto alla Superficie Agricola Utilizzata (SAU 128.000 ha) e l’agricoltura trentina è caratterizzata dalla elevata incidenza di colture specializzate (melo e vite) sulla SAU, situazione che non si riscontra in nessun altra regione italiana.
Da ultimo, nel rapporto sullo stato dell’ambiente 2020 recentemente pubblicato dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA) sono, invece, riportati i quantitativi di fitofarmaci realmente impiegati sulla coltura del melo (36,01 kg/ha) e della vite (32,95 kg/ha) ricavati dalle elaborazioni effettuate sui quaderni di campagna. e quindi corrispondenti all’effettivo utilizzo in campo.
A fronte di tutto quanto sopra rappresentato, – conclude l’assessore – assicuro che proseguirà l’impegno della Provincia e degli agricoltori, anche con il supporto della ricerca e delle nuove tecnologie, per garantire processi produttivi sempre più ispirati ai principi della sostenibilità integrale e, di conseguenza, fornire alla comunità trentina e, più in generale, ai consumatori dei prodotti agroalimentari trentini e agli amanti del nostro territorio prodotti con elevatissimi standard di salubrità e di qualità”.(fm)