La COP26 avrà il compito di mettere le gambe all’accordo di Parigi
(Rinnovabili.it) – Stiamo quasi rispettando l’accordo di Parigi, anche se solo a colpi di promesse. Ma la buona notizia c’è: per la prima volta dal 2015, quando fu firmato il trattato nella capitale francese durante la COP21, la somma degli impegni sul clima dei paesi di tutto il mondo mette il pianeta sulla traiettoria dei 2°C.
Certo di sole promesse non si può nutrire la lotta al cambiamento climatico, e sarà compito della COP26 in programma a Glasgow a novembre, tra meno di un mese, tracciare la rotta affinché gli impegni non vengano disattesi. Nel frattempo, uno studio pubblicato su Nature Climate Change dal NewClimate Institute di Colonia e da Climate Analytics di Berlino accende un riflettore sulla portata cumulativa dei piani per la neutralità climatica annunciati finora in tutto il mondo.
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Gli obiettivi nazionali verso l’orizzonte net-zero “potrebbero, se pienamente attuati, ridurre le migliori stime dell’aumento previsto della temperatura media globale a 2,0-2,4 °C entro il 2100”, portando l’obiettivo dell’accordo di Parigi sul riscaldamento globale a portata di mano, scrivono gli autori. “Un totale di 131 paesi stanno discutendo, hanno annunciato o hanno adottato obiettivi net-zero, con una copertura del 72% delle emissioni globali”.
Anche se è solo il margine inferiore della forchetta a sovrapporsi all’obiettivo dell’accordo di Parigi, l’ottimismo non è del tutto fuori luogo. I nuovi impegni – che dovranno essere formalizzati nella veste di NDC, i contributi nazionali volontari da notificare all’UNFCCC – migliorano di circa mezzo grado quelli presentati nel 2015 alla COP21. Allora, la forchetta era di 2,4-2,9°C.
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Se invece si guardano le politiche realmente implementate, secondo dati Unep di fine 2020 il mondo sarebbe su una traiettoria di riscaldamento globale di 2,9-3,2 gradi. Distantissimo dai target di Parigi.
Ma per onorare il patto basterebbe un impegno serio da parte dei paesi del G20, sostenevano di recente WRI e Climate Analytics in un rapporto dal titolo “Closing the gap”. Le 20 economie più avanzate del mondo sono responsabili del 75% dei gas serra a livello globale. Se adottano delle politiche realmente allineate con l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi, con una loro decisione potrebbero cancellare ben 0,7°C di global warming a livello globale: e il mondo sarebbe sulla traiettoria per un global warming di 1,7°C.