L’acciaio italiano genera il 4,5% delle emissioni nazionali
(Rinnovabili.it) – Il governo Meloni deve preparare un Piano Industriale Nazionale coordinato per decarbonizzare il settore siderurgico. L’acciaio a zero emissioni non è solo una scelta possibile in base alle tecnologie già disponibili, ma è anche necessaria per la conversione di uno dei settori hard to abate. La via maestra è abbandonare le fossili e puntare su idrogeno e biogas. Lo sostiene il WWF in un appello all’esecutivo ad accelerare il passo (e armonizzare le iniziative esistenti) sul percorso di transizione per la siderurgia nazionale.
Dal 1990 a oggi le emissioni dell’acciaio in Italia si sono sostanzialmente dimezzate ma pesano ancora per il 4,5% del totale nazionale. E con la domanda globale in aumento, la curva rischia di appiattirsi o di riprendere la salita se non si interviene con un cambiamento profondo.
Una bussola per l’acciaio a zero emissioni italiano
Come innescarlo? Secondo il WWF la rotta da seguire, nei prossimi 10 anni, parte dall’aumento del riciclo del rottame ferroso, passa dall’efficientamento energetico e dalla riduzione dei consumi, e prosegue verso l’incremento delle fonti rinnovabili per la produzione di elettricità.
Tre punti che convergono sulla scelta delle tecnologie migliori per arrivare all’acciaio a zero emissioni. Per l’ong ambientalista è necessario puntare tutto sulla Direct Reduced Iron (DRI). “Questa tecnologia può utilizzare l’idrogeno verde, prodotto da fonti di energia rinnovabile (solare ed eolica) come vettore energetico e agente riducente nella produzione dell’acciaio. Le prestazioni dell’intero processo, in termini di consumo energetico ed emissioni di CO2 risultano così nettamente migliori”, spiega il WWF.
A tenere insieme la diffusione di questa tecnologia, l’accelerazione sulle rinnovabili e sull’economia circolare nel settore siderurgico dovrebbe essere un programma di ampio respiro: un Piano Nazionale Industriale per “integrare e armonizzare” le iniziative di transizione del settore, basato su una visione “sistemica” e una “forte spinta” all’innovazione.
“Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C dobbiamo raggiungere la neutralità climatica ben prima del 2050 su scala globale. Abbiamo fissato al 2035 il possibile traguardo per avere energia elettrica completamente approvvigionata da fonti rinnovabili, ma dobbiamo lavorare in modo sistemico, anche laddove abbattere le emissioni è più difficile. Per riuscire a raggiungere questo importante obiettivo, tutti i settori dovranno abbattere e azzerare le proprie emissioni, compreso il settore siderurgico”, afferma Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.