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Acciaierie d’Italia, verso la presentazione del piano di totale decarbonizzazione

Emiliano: "Decarbonizzazione significa arrivare entro 10 anni ad impianti a idrogeno ad emissioni zero, perché è questa la condizione della Regione Puglia in questa trattativa."

Processo ex Ilva: condannati i Riva, 3,5 anni anche a Vendola
Di mafe de baggis from Milano, Italy – Le Benevole, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20466457

Nei prossimi 10 anni, il piano cambierà la tecnologia per la produzione dell’acciaio

“La riunione di oggi rappresenta una svolta decisiva perché il Governo si accinge, ovviamente trattandolo con sindacati, Regioni ed enti locali, a presentare il piano di totale decarbonizzazione degli impianti siderurgici di Taranto, come peraltro il Presidente Draghi aveva detto. Tale piano, nei prossimi 10 anni, cambierà la tecnologia per la produzione dell’acciaio”.

Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano al termine dell’incontro svoltosi a Roma nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico.

All’incontro, convocato dal ministro Giancarlo Giorgetti, erano presenti anche il ministro del lavoro Andrea Orlando, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente del consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia Franco Bernabè e i rappresentanti dei sindacati nazionali metalmeccanici Fiom, Fim, Uilm, Ugl e Usb.

La delegazione pugliese era composta, oltre che da Emiliano, anche dall’assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Delli Noci, dal capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi, dei capi Dipartimento Sviluppo Economico Gianna Berlingerio e Dipartimemto Ambiente Paolo Garofalo, del presidente della Task force occupazione Leo Caroli.

“Il clima nel quale questo annuncio è arrivato – ha affermato Emiliano – è certamente di scetticismo, perché siamo saliti e scesi da queste scale tante volte, e tutte le volte i vari governi che si sono succeduti ci hanno raccontato di cose mirabolanti che poi non si sono realizzate. Di fronte ad un annuncio storico come quello di oggi, che io giudico positivamente, c’è tutta la cautela che deriva dall’incapacità che c’è stata finora di cambiare realmente le cose. Però è un inizio fondamentale.

È il coronamento di quasi sei anni di lavoro incessante della Regione Puglia che in perfetta solitudine, dal 2015, attaccata da tutto e da tutti, cominciò a parlare di decarbonizzazione dell’ex Ilva. Attaccata da chi pensava di dover chiudere la fabbrica punto e basta, che anche la decarbonizzazione non fosse sufficiente. Persino dentro il centrosinistra si guardava a questa ipotesi con grande scetticismo.

Quindi questa è una giornata per noi importantissima. Perché il governo della Repubblica Italiana finalmente accetta la prospettiva che la regione Puglia ha coltivato in questi sei anni. Abbiamo preso un impegno e abbiamo dato la nostra disponibilità a costruire un piano energetico per l’energia alternativa, soprattutto solare ma anche eolica, che consenta di sostenere lo sforzo straordinario che la Repubblica Italiana deve fare a Taranto per costituire il polo dell’idrogeno e alimentare ad idrogeno, prima possibile, questo impianto così impattante e così inquinante”.

“Questa disponibilità – ha proseguito Emiliano – significa anche sacrificio ambientale perché bisogna scegliere qual è il modo che preferiamo per produrre l’energia necessaria a far funzionare non solo l’acciaieria, ma l’intera regione e l’intera economia italiana. Decarbonizzazione significa arrivare entro 10 anni ad impianti a idrogeno ad emissioni zero, perché è questa la condizione della Regione Puglia in questa trattativa. A quel punto avremo compiuto una grande rivoluzione tecnologica della siderurgia italiana ed europea. Vigileremo che il Governo mantenga queste promesse”.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Emiliano ha detto che “l’ingresso del governo in questa vicenda è importante. Più ampia sarà la presenza del governo nel capitale di Acciaierie d’Italia, più sarà rapido, secondo me, il processo di decarbonizzazione. La fabbrica, tra contributi e cassa integrazione, ha già un costo rilevante per lo Stato. Impieghiamo questi anni per rivoluzionarla dal punto di vista tecnologico e renderla molto competitiva per il futuro”.