Rinnovabili • Accesso all’energia: siamo fuori strada per l’SDG 7

L’accesso all’energia è ancora un miraggio

Ai ritmi attuali, a fine decennio ci saranno ancora 660 milioni di persone senza accesso all’elettricità e 1,9 miliardi di persone senza soluzioni per cucinare in modo pulito. L’Africa subsahariana continua a essere ignorata e non registra progressi veri. Solo le rinnovabili vanno nella direzione giusta

Accesso all’energia: siamo fuori strada per l’SDG 7
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Il rapporto sull’obiettivo di sviluppo sostenibile 7 a metà strada verso il 2030

(Rinnovabili.it) – Siamo molto lontani dal sogno di garantire a tutti un accesso sicuro e sostenibile all’energia, con prezzi accessibili, uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030. Al giro di boa del prossimo decennio nel mondo ci saranno ancora 660 milioni di persone senza accesso all’elettricità e 1,9 miliardi di persone senza soluzioni per cucinare in modo pulito. Ora siamo a metà strada rispetto al target fissato nel 2015 e la traiettoria che stiamo seguendo ci porta a sbattere. Fallire sull’accesso all’energia significa danneggiare centinaia di milioni di persone e accelerare la crisi climatica.

È la fotografia scattata da 5 organizzazioni internazionali in un rapporto che fa il punto sul Sustainable Development Goal 7, fissato dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nello studio dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), della Divisione statistica delle Nazioni Unite (UNSD), della Banca mondiale e dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), si sottolinea che i progressi sono arrivati solo sul fronte delle rinnovabili.

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Pochi investimenti e Africa dimenticata nella corsa all’accesso all’energia

Di mezzo c’è stata la pandemia e la crisi globale dell’energia, certo. Ma non tutti i problemi sono legati a questi scossoni. La crisi avvantaggia le rinnovabili e l’efficienza energetica, due ambiti su cui si stanno moltiplicando le politiche governative in tutto il mondo, così come gli investimenti.

Ma l’IRENA puntualizza che i flussi di investimenti per l’energia pulita verso o paesi a medio e basso reddito avevano iniziato a diminuire già prima del 2020. In più, quando questi investimenti ci sono, vanno verso un numero troppo limitato di paesi.

“I flussi finanziari pubblici internazionali a sostegno dell’energia pulita nei paesi in via di sviluppo si attestano a 10,8 miliardi di dollari nel 2021, il 35% in meno rispetto alla media 2010-2019 e solo il 40% circa del picco del 2017 di 26,4 miliardi di dollari. Nel 2021, 19 Paesi riceveranno l’80% degli impegni”, si legge nel rapporto.

Un rallentamento che si nota anche in altri ambiti. Nel 2010, l’84% della popolazione mondiale aveva accesso all’elettricità, poi salita al 91% 11 anni più tardi. Il che significa che più di un miliardo di persone ha ottenuto l’accesso in quel periodo. Tuttavia, il ritmo di crescita dell’accesso è rallentato nel 2019-2021 rispetto agli anni precedenti. Non solo. Nell’Africa sub-sahariana, che pesa per l’80% del totale della popolazione senza elettricità nel mondo, di passi avanti praticamente non se ne sono visti.

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