La ricetta francese per accelerare le rinnovabili nazionali
(Rinnovabili.it) – Via libera al nuovo ddl della Francia per accelerare le rinnovabili. Il 31 gennaio i deputati e i senatori della Commissione mista paritetica hanno raggiunto un accordo sul testo che è stato approvato il giorno stesso dall’Assemblea nazionale con 271 sì e 169 no. Il disegno di legge – che verrà votato dal Senato a breve – rappresenta la risposta organica di Parigi al suo grande ritardo in materia di green energy. Al momento attuale, infatti, il Paese è l’unico Stato membro a non aver raggiunto i propri obiettivi 2020 nelle rinnovabili. All’appello mancano appena 4 punti percentuali ma colmare il gap potrebbe costare alla Francia anche mezzo miliardo di euro.
Le difficoltà accumulate sul vecchio target UE, gli sforzi necessari per raggiungere quello 2030, assieme alle nuove incognite generate dalla crisi energetica e dalla Guerra russa in Ucraina, hanno spinto il governo Macron ad imprimere uno sprint al settore. Anticipando per molti versi la nuova Direttiva sulle fer della Commissione Europea.
Cosa prevede la nuova legge francese per accelerare le rinnovabili? La maggior parte delle misure sono destinate a semplificare iter e a rimuovere ostacoli. Ma non mancano nuovi obblighi in tema di installazioni e impianti.
“Si tratta di un testo importante per la nostra transizione energetica e la nostra ambizione climatica”, spiega in un tweet la ministra alla Transizione ecologica, Agnès Pannier-Runacher. “Ci permette di dimezzare il tempo di istruttoria dei progetti, dei parchi eolici marini in particolare, mettendoli al sicuro dai ricorsi. Mobilità in via prioritaria terreni già edificati per installare pannelli fotovoltaici. Ciò consentirà di guadagnare 7 anni sulla traiettoria che dobbiamo mantenere entro il 2050, secondo lo scenario RTE”.
Tra le novità, il disegno di legge prevede che i comuni individuino aree di accelerazione per gli impianti “rinnovabili” sul proprio territorio, con la possibilità di istituire zone di esclusione solo se le prime aree dovessero essere ritenute sufficienti. Inoltre rafforza il concetto di motivo imperativo di rilevante interesse pubblico per alcuni progetti, in maniera da metterli a riparo da ricorsi e controversie. Introduce l’obbligo di installare pannelli solari nei parcheggi scoperti con una superficie di oltre 1.500 metri quadrati, facilitando l’installazione di sistemi fv in prossimità di autostrade, strade principali e paesi montani. Prevede nuovi criteri per l’installazione di turbine eoliche a terra, ad esempio incoraggiando le autorità locali a limitare gli effetti della saturazione visiva e a diversificare le energie. Infine stabilisce una pianificazione per l’eolico offshore, pretendendo una prima mappatura delle zone prioritarie per il 2024.