Un nuovo documento di SolarPower Europe valuta i risultati di 16 paesi dell'UE in 8 aree chiave per il miglioramento delle procedure burocratiche nel settore delle rinnovabili
Quali paesi si sono davvero impegnati ad accelerare le energie rinnovabili?
(Rinnovabili.it) – Il 22 dicembre 2022, l’Unione europea ha adottato un provvedimento d’emergenza per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili in risposta alla crisi energetica. Destinato a durare solo fino al 30 giugno 2024, il Regolamento 2022/2577 è stato pensato per colmare un gap normativo fino all’entrata in vigore della Direttiva RED III sulle rinnovabili con le sue nuove misure sulle autorizzazioni.
Ma quali effetti sta producendo? E quali paesi UE stanno mettendo a frutto le sue indicazioni nel miglior modo possibile? Alla domanda risponde SolarPower Europe analizzando lo stato di implementazione del provvedimento in 16 Stati membri, Italia compresa, ed entrando nel dettaglio di 8 aree chiave per il miglioramento delle procedure burocratiche.
Belgio e Portogallo, le prime della classe
L’analisi restituisce un vero e proprio puzzle di interventi e impegno. Un’applicazione a singhiozzo i cui risultati appaiono oggi troppo lenti rispetto alle intenzioni iniziali della Commissione europea. Ad esempio, la maggior parte dei paesi ha reso più semplice per le persone collegare piccoli progetti solari alla rete mentre appare quasi completamente disatteso l’impegno a massimizzare le superfici artificiali. Per accelerare le energie rinnovabili è importante saper sfruttare le superfici artificiali. Questo significa non solo i tetti domestici, ma anche le coperture dei parcheggi, le infrastrutture dei trasporti, e l’ambiente edificato in generale. Eppure i paesi UE non riescono a portare avanti questa semplificazione oltre i tetti delle abitazioni. Male anche l’indicatore del rispetto delle scadenze per le autorizzazioni. Risulta, infatti, un tasso di attuazione della norma di solo il 25%.
Un’analisi territoriale mostra come il Belgio (Fiandre) e il Portogallo ottengano risultati particolarmente positivi, avendo implementato il 75% della legislazione chiave per accelerare i processi di pianificazione e autorizzazione delle energie rinnovabili. La Germania è invece l’unico paese che ha pienamente attuato almeno tre delle otto misure. All’altra estremità dello spettro: Bulgaria, Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Polonia con i tassi di implementazione più bassi.
“Il permitting è una delle soluzioni miracolose della transizione energetica”, spiega Jonathan Bonadio, Senior Policy Advisor presso SolarPower Europe. “Quando avremo sistemato le pratiche e le procedure burocratiche, il fotovoltaico e le energie rinnovabili avranno una reale possibilità di lottare. I politici sanno che questa è una sfida e vogliamo che questo bilancio sostenga la loro realizzazione e attuazione degli obiettivi di sicurezza climatica e energetica”.