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A gennaio calo della deforestazione in Brasile del 61%: effetto Lula?

Deforestazione in Brasile: è record, scompaiono 1500 campi da calcio al giorno
2600 ettari di foresta abbattuti a Lábrea, nello stato di Amazonas il 26 marzo. Crediti: © Christian Braga / Greenpeace

Il calo della deforestazione in Brasile non tocca il Cerrado

(Rinnovabili.it) – Mentre centinaia di manifestanti pro Bolsonaro, a gennaio, prendevano d’assalto i palazzi del potere nel tentativo di rovesciare il governo Lula appena insediato, in Amazzonia le motoseghe hanno iniziato a rallentare. Il primo mese del 2023 -e il primo con il Partido dos Trabalhadores di Lula di nuovo al governo- segna -61% di disboscamento nella più grande foresta pluviale del mondo rispetto allo stesso mese del 2022. Il calo della deforestazione in Brasile osservato il mese scorso è “rilevante” e “positivo”, anche se è ancora “troppo presto per parlare di un’inversione di tendenza” secondo Daniel Silva di Wwf Brasil.

Il calo della deforestazione in Brasile? In Amazzonia, ma non nel Cerrado

Il mese scorso l’area di foresta abbattuta è arrivata a 167 km2, meno della metà dei 430 km2 registrati a gennaio 2022. Un dato, quello, che aveva riscritto il record per il primo mese dell’anno. Ma la superficie forestale scomparsa resta comunque ancora molto alta, circa il doppio di quella deforestata nel gennaio del 2021 (83 km2). Il vento forse è cambiato, ma servono iniziative legislative ad hoc e più monitoraggio per ottenere un caldo della deforestazione in Brasile che si possa definire strutturale.

Secondo il programma DETER, che utilizza i satelliti per monitorare l’andamento della deforestazione, gli stati che hanno registrato il maggior numero di disboscamenti sono Mato Grosso (69 km2), Pará (32 km2) e Roraima (31 km2), che rappresentano il 79% della distruzione totale nel gennaio 2023 nell’Amazzonia legale. Questi dati, però, potrebbero essere in difetto rispetto alla reale estensione della deforestazione a causa della copertura nuvolosa che, soprattutto a gennaio, rende difficile tracciare precisamente lo sviluppo sul terreno.

Se in Amazzonia le cose sembrano andar meglio, nel Cerrado -la savana più grande, antica e ricca di biodiversità al mondo- i valori restano alti. A gennaio sono spariti 442 km2 di bioma. Qui è l’espansione agricola a guidare la distruzione della savana: la regione più colpita è Matopiba, dove si concentra la maggior parte dello sviluppo agricolo brasiliano.

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