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A Cavaglià il polo tecnologico per l’economia circolare

Il polo tecnologico garantisce la gestione di questa particolare tipologia di rifiuto proveniente da Vercelli, Novara e Verbania

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Via depositphotos.com

In Piemonte solo il 12% dei rifiuti finisce in discarica

Una delegazione della Commissione Ambiente è stata ricevuta questa mattina dai vertici dell’azienda A2A di Cavaglià (Bi). L’amministratore delegato Franco Smerieri ha illustrato le principali finalità della moderna struttura per il recupero dei rifiuti indifferenziati.

“Il polo tecnologico garantisce la gestione di questa particolare tipologia di rifiuto proveniente da Vercelli, Novara e Verbania – ha esordito Smerieri – oltre al trattamento della plastica che viene raccolta separatamente”.

Gli investimenti programmati prevedono un ulteriore sviluppo del polo e la valorizzazione dei rifiuti come materia ed energia.

L’amministratore delegato ha spiegato che “l’intera filiera produttiva del polo si ispira al principio dell’economia circolare con impianti di recupero della plastica, del trattamento di rifiuti indifferenziati per la produzione di combustibile secondario, mentre un futuro impianto per il trattamento dei rifiuti organici porterà alla produzione di compost e biometano”.

La delegazione, guidata dal presidente della Commissione e dall’assessore all’Ambiente, prima di recarsi in visita allo stabilimento ha chiesto chiarimenti sul funzionamento della struttura e sulle sue principali caratteristiche.

Nel corso del sopralluogo i vertici aziendali hanno ricordato che il “pacchetto economia circolare” adottato dalla Commissione europea ha confermato il principio della gerarchia dei rifiuti, considerata come pilastro portante della politica e della normativa dell’Ue in materia di rifiuti finalizzato alla minimizzazione al ricorso alla discarica.

Il Piemonte, con il suo 12% di ricorso alla discarica, seppur virtuoso rispetto alla media italiana, è ancora lontano dalle migliori performance europee e dagli standard virtuosi lombardi.

L’obiettivo primario nei prossimi anni sarà quello di giungere al 75% della raccolta differenziata con il ricorso allo smaltimento in discarica ridotto all’incirca all’1%.

Il nuovo impianto per il recupero energetico dei rifiuti speciali non pericolosi tratta gli scarti degli impianti di recupero di materia, di combustibile solido secondario, di frazione secca da trattamenti meccanici, di rifiuti industriali e di fanghi da depurazione con la metodologia conosciuta come Waste-To_Energy (WtE) o valorizzazione dei rifiuti, che rappresenta un altro aspetto dell’economia circolare per la produzione di carburante utilizzando ciò che non serve più.

Nel corso della visita si è potuto constatare come il trattamento della plastica necessiti sia dell’utilizzo di potenti sensori che dividono i materiali l’uno dall’altro sia dell’intervento manuale per gestire al meglio il prodotto che deve essere lavorato.