Rinnovabili • Temperatura globale: il 2024 sarà il primo anno con +1,5°C

Nuovo studio: raggiungeremo +1,5 gradi di riscaldamento globale tra 10 anni

Una ricerca pubblicata su PNAS usa intelligenza artificiale e reti neurali per generare nuove stime sullo sforamento dei target di Parigi. L’overshoot avverrà a prescindere dai tagli alle emissioni che realizzeremo entro il 2030, mentre c’è una probabilità del 50% di superare i 2°C nel 2050 anche in uno scenario a basse emissioni

Temperatura globale: il 2024 sarà il primo anno con +1,5°C
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Le stime per +1,5 gradi di riscaldamento globale vanno dal 2028 al 2039

(Rinnovabili.it) – Il Pianeta raggiungerà +1,5 gradi di riscaldamento globale nei primi anni ’30. A prescindere dal calo delle emissioni che riusciremo a ottenere in questo decennio. La soglia più alta del Paris Agreement resterà comunque a portata di mano. Ma è probabile che la supereremo se tardiamo a raggiungere la neutralità climatica.

La sentenza arriva da uno studio realizzato con l’uso di una rete neurale e l’intelligenza artificiale dalla Stanford University e dalla Colorado State University. I ricercatori hanno addestrato l’AI a individuare relazioni tra set di dati usando come base quelli di diversi modelli climatici. I dati di partenza consistono nelle rilevazioni delle temperature in diverse aree del Pianeta tra il 1980 e il 2021.

“Utilizzando un approccio completamente nuovo che si basa sullo stato attuale del sistema climatico per fare previsioni sul futuro, confermiamo che il mondo è sul punto di superare la soglia di 1,5 “, ha detto l’autore principale dello studio, lo scienziato del clima di Stanford Noah Diffenbaugh.

Quando raggiungeremo +1,5 gradi di riscaldamento globale?

Secondo i calcoli presentati su PNAS e basati su uno scenario climatico medio (SSP2-4.5), la migliore stima su quando la Terra supererà +1,5 gradi di riscaldamento globale è tra il 2033 e il 2035, 10-12 anni da oggi. Il margine di incertezza è limitato. Potremmo superare questa soglia già nel 2028, tra appena 5 anni, o rimandare l’appuntamento fino al 2039.

Ma si tratta, appunto, di rimandare temporaneamente. Perché lo sforamento si dovrebbe verificare a prescindere dagli sforzi contro la crisi climatica che compiremo in questo decennio. Ciò non significa che sia tutto inutile: migliori i risultati di taglio delle emissioni oggi, minore sarà l’impatto del climate change e maggiore la probabilità di tornare velocemente sotto gli 1,5 gradi.

Che il mondo sia sostanzialmente condannato all’overshoot è un risultato in linea con quanto afferma l’ultimo aggiornamento del report Ipcc, l’AR6: in ogni scenario emissivo plausibile c’è uno sforamento almeno temporaneo, nel migliore dei casi di appena 0,1°C.

Ma lo studio apparso su PNAS aggiunge un altro tassello. C’è una probabilità elevata di superare anche la soglia di 2°C, e persino in uno scenario in cui i tagli delle emissioni sono più sostanziosi. Lo sforamento ha una probabilità del 50% di verificarsi entro il 2050 e di oltre l’80% appena 10 anni dopo. Una previsione, questa, che invece contrasta con quella riassunta nell’AR6, secondo cui i 2°C non saranno superati se si arriva a net-zero attorno al 2080.

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