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Svezia: il target elettrico 2040 passa da 100% rinnovabili a 100% senza fossili

Stoccolma ci ripensa e modifica il suo obiettivo di decarbonizzazione elettrica a medio termine a favore della "neutralità tecnologica", regalando una nuova chance al nucleare

100% senza fossili
Foto di David Mark da Pixabay

Il Riksdag approva il nuovo target “100% senza fossili” al 2040

(Rinnovabili.it) – La Svezia ha approvato un nuovo obiettivo di decarbonizzazione per il 2040. O più precisamente ha ritoccato quello già esistente in nome “della neutralità tecnologica“. È così che il target concordato dall’ex-Governo Löfven di raggiungere una produzione elettrica 100% rinnovabile si trasforma in un “100% senza fossili”, celebrando il rinnovato interesse dell’esecutivo Kristersson (salito in carica nel 2022) per il nucleare.

L’approvazione del Riksdag è arrivata questa settimana con l’inserimento della proposta sotto forma di emendamento alla legge sul budget primaverile. Il via libera è stato accolto con piena soddisfazione dalla ministra delle finanze Elisabeth Svantesson. “Questo crea le condizioni per l’energia nucleare”, ha dichiarato Svantesson. “Abbiamo bisogno di una maggiore produzione di elettricità, di elettricità pulita e di un sistema energetico stabile”.

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Il mix elettrico svedese

Quello che è certo è che la Svezia è già ad un passo dal traguardo del “100% senza fossili”. Attualmente il Paese può contare su una produzione elettrica al 92% senza emissioni di CO2, dal momento che gran parte del lavoro è svolto da centrali idroelettriche (43%), nucleari (31%) ed eolici (17%), con il piccolo contributo del fotovoltaico (1%). Una base che aveva convinto nel 2018 il Parlamento a puntare su un futuro tutto a base di rinnovabili, rendendo la Svezia la prima nazione al mondo con un simile target. 

Cosa è cambiato? Il quadro generale. Il cambio di potere, che ha visto salire in carica una colazione di destra, è avvenuto in piena crisi energetica, in un momento in tutti i paesi europei stavano cercando nuove strategie per la sicurezza, la stabilità e l’indipendenza. E sulla scia dell’emergenza, nell’accordo di governo si chiariva il ruolo dell’atomo, giustificando un aumento della produzione in vista di consumi in crescita. Per la precisione il testo ipotizzava una domanda di elettricità di almeno 300 TWh nel 2045, il doppio di quella attuale.

Il nuovo esecutivo punta a realizzare nuovi reattori e a sostenerli economicamente con speciali garanzie di credito dal momento che senza sovvenzioni gli inventori difficilmente riuscirebbero a farcela. E il nuovo target è un chiaro messaggio per tutti che le cose sono cambiate.

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