Quest’anno stiamo riscrivendo la storia del clima globale. I dati dicono che il global warming non raggiungeva i livelli di oggi da 125mila anni. Ma anche la transizione accelera: dall’energia alla mobilità elettrica, dalla decarbonizzazione alla tutela degli ecosistemi, ecco 10 buone notizie che ci hanno accompagnato nel 2023
Dal picco del carbone ai record di pv e EV, un anno di buone notizie per il clima
(Rinnovabili.it) – Quest’anno il termometro del Pianeta arriverà molto vicino – probabilmente supererà – la soglia degli 1,5°C di riscaldamento globale. Il 2023 è stato un anno costellato di record negativi. Negli ultimi 4 mesi, tra il 18 agosto e il 18 dicembre, la temperatura media della Terra è stata 1,7°C più alta dell’epoca pre-industriale. Mentre quella degli oceani globali è a livelli senza precedenti da marzo. Ma c’è stato spazio anche per molte buone notizie per il clima nel 2023. Eccone 10.
1. Il picco del carbone? Ci siamo
Anche se il 2023 ha segnato il nuovo massimo storico nella produzione e nel consumo mondiali di carbone, sorpassando per la 1° volta gli 8,5 miliardi di tonnellate, dal prossimo anno i numeri inizieranno strutturalmente a calare. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), il 2023 sarà infatti l’anno del picco del carbone. Nel 2026 la flessione porterà a volumi inferiori a quelli attuali del 2,6%.
2. Un altro picco nel 2023: le emissioni del mix elettrico
Nel 2023 le rinnovabili assorbiranno l’intero aumento mondiale della domanda di elettricità (nel 2022 avevano coperto l’80%) mentre la generazione fossile dovrebbe calare dello 0,3%. È grazie alla crescita di eolico e fotovoltaico a livello mondiale, calcola il think tank Ember, che quest’anno raggiungeremo probabilmente il picco di emissioni da generazione elettrica.
3. I record delle rinnovabili…
La corsa di eolico e fotovoltaico continua macinando record. Anche nel 2023. Quest’anno, secondo l’IEA, potremmo aver aggiunto a livello mondiale di oltre 440 GW elettrici, soglia mai toccata prima, per un totale cumulato di 4.500 GW, che corrisponde alla potenza elettrica di Cina e Stati Uniti messi insieme. E nel 2024 i GW aggiunti il prossimo anno potrebbero essere addirittura 550. Di questo passo, entro il 2025 le rinnovabili diventeranno la 1° fonte di generazione elettrica con una quota del 35%, superando il carbone.
4. …anche negli investimenti
Le rinnovabili macinano primati anche sul fronte degli investimenti. Solo nel primo semestre del 2023, calcola BloombergNEF, il settore dell’energia pulita ha attratto ben 358 miliardi di dollari. Una cifra del 22% superiore alla spesa del primo semestre 2022 e mai raggiunta prima.
5. L’Europa è meno fossile
Sempre nei primi 6 mesi del 2023, la quota di fonti fossili impiegate in Europa per la generazione elettrica è scesa al minimo storico. L’elettricità generata dal carbone è crollata del 23% e il gas è diminuito del 13%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, calcola Ember. In tutto, le fossili hanno generato il 33% della domanda, pari a 410 TWh. Per molti paesi, Italia inclusa, sono stati stabiliti record per la più bassa produzione totale di combustibili fossili per il periodo.
6. Crolla la deforestazione in Amazzonia
La principale foresta pluviale del Pianeta ha segnato una flessione significativa del tasso di deforestazione. Con l’arrivo di Lula alla presidenza, il disboscamento si è dimezzato. Non mancano però i segnali contrastanti: il degrado del Pantanal, la più grande savana tropicale al mondo, situata a sud dell’Amazzonia, è invece a livelli record. E il Brasile sta progettando di espandere la produzione di fossili, entrare nell’Opec, e costruire una nuova autostrada che taglia in due la foresta.
7. Gli EV superano i diesel in Europa
Per la 1° volta in assoluto, le nuove immatricolazioni di auto elettriche in Unione Europea hanno superato quelle dei veicoli diesel. La quota di mercato dei Battery Electric Vehicle (BEV) a giugno è stata del 15,1%, in crescita di oltre il 66% sull’anno precedente. I veicoli diesel si fermano al 13,4%, in calo.
8. Il buco dell’ozono è da record, ma si sta chiudendo
Si prevede che i livelli di ozono si ristabiliranno intorno al 2045 nell’Artico, nel 2066 nell’Antartico e nel 2040 nel resto del mondo, sostiene l’ultima valutazione dell’Agenzia ONU per la protezione ambientale (UNEP). Merito del Protocollo di Montreal adottato nel 1987, con cui i paesi si impegnano a eliminare gradualmente le sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono.
9. Una vittoria per la giustizia climatica
Il 29 marzo l’assemblea generale dell’ONU ha approvato una risoluzione definita da più parti “storica”. Vanuatu, appoggiata da 130 paesi, chiedeva che le Nazioni Unite potessero rivolgersi alla Corte Internazionale di Giustizia per avere pareri sugli obblighi degli Stati in materia di protezione del clima. Le opinioni della Corte non sono vincolanti, ma possono indirizzare le sentenze di altri tribunali in tutto il mondo.
10. Treviso tra le città più sostenibili d’Europa
Le città globali consumano il 65% dell’energia mondiale e generano il 70% delle emissioni di gas serra. Trasformare radicalmente il modo e i luoghi in cui viviamo, come pensiamo la vita in città, è un tassello cruciale della transizione. Treviso lo scorso novembre si è aggiudicata il premio European Green Leaf 2025 per la sostenibilità: sulla base delle misure già implementate e dei progetti per il futuro, ma anche per via dei molteplici approcci innovativi come l’uso dello storytelling e della comunicazione a livello intergenerazionale e l’uso della gamification per coinvolgere i giovani.