Nei prossimi mesi ripartiranno le attività della Piattaforma Nazionale che riunisce tutti gli stakeholder della catena del valore del Fosforo
(Rinnovabili.it) – Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA hanno raggiunto un accordo che consentirà la ripartenza della Piattaforma Nazionale del Fosforo.
La piattaforma riunisce tutti gli attori della catena del valore della materia prima critica allo scopo di raggiungere l’autosufficienza nazionale e costruire una rete di coordinamento con le politiche UE.
Il primo appuntamento è calendarizzato per il prossimo 15 marzo, quando si terrà un webinar nel quale verranno illustrati gli obiettivi operativi per il biennio 2023-2024, oltre ai dettagli dell’organizzazione delle attività specifiche per i diversi stakeholder.
Leggi anche Materie prime critiche, l’UE fissa i target per ridurre la dipendenza
La Piattaforma Nazionale Fosforo
La Piattaforma nasce nel 2019, su iniziativa dell’allora Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), sotto la gestione di ENEA e con la collaborazione della Direzione Generale Economia Circolare del Dicastero. L’obiettivo è costruire il percorso verso l’autosufficienza nazionale del ciclo del fosforo, in coordinamento con le politiche messe in campo a livello comunitario dall’Unione Europea, sviluppando un modello di economia circolare.
Lo strumento riunisce tutte le parti di interesse dalla catena del valore della materia prima critica, con più di 60 organizzazioni tra enti di ricerca, istituzioni pubbliche e private, imprese ed enti del terzo settore.
leggi anche UE: presentato il Piano d’azione per le materie prime critiche
Perché è importante il fosforo
Il fosforo è ritenuto la prima delle materie prime critiche in Europa, per l’approvvigionamento della quale dipendiamo interamente o quasi da Paesi extraeuropei: in particolare importiamo l’84% della roccia fosfatica e il 100% del fosforo elementare. Si tratta di una materia che, una volta raggiunto il fine vita, ha un tasso di riciclo molto basso: mentre della roccia fosfatica è possibile recuperare appena il 17%, nulla può esser riciclato del fosforo elementare.
La sua gestione è dunque particolarmente problematica anche perché si tratta di una risorsa essenziale, non rinnovabile e, almeno al momento, non sostituibile: utilizziamo il fosforo elementare per la produzione di fertilizzanti nell’industria chimica (82%), ma anche in metallurgia ed elettronica (5% e 5%).