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Arrivano le nuove obbligazioni verdi UE: più trasparenti ed efficaci

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Il Parlamento UE ha dato il via libera con 418 sì, 79 no e 72 astenuti

(Rinnovabili.it) – L’UE ha approvato il primo quadro normativo al mondo per l’uso volontario del marchio “green bond”, le obbligazioni verdi. Tre i pilastri: più regole per chi le emette, più certezza per gli investitori che le acquistano, più controlli da parte di revisori esterni.

Le obbligazioni verdi sono strumenti finanziari che beneficiano l’ambiente e il clima. Si tratta di titoli di debito che possono essere emessi da diversi attori, dalle aziende alle banche, da enti pubblici a istituzioni sovranazionali. A differenza delle altre obbligazioni, i green bond raccolgono finanziamenti che sono vincolati a progetti ambientali o climatici, sia nuovi che preesistenti.

Cosa prevedono le nuove obbligazioni verdi UE?

Grazie alla nuova normativa, approvata dal Parlamento UE con 418 voti favorevoli, 79 contrari e 72 astensioni, le imprese che vogliono usare il marchio “European Green Bond” avranno nuovi obblighi. Il principale è dotarsi di una strategia per la transizione verde dell’azienda. Ma dovranno anche dimostrare come gli investimenti contribuiscono alla sua implementazione. E scatta l’obbligo di maggiore trasparenza verso gli investitori, soprattutto riguardo a come saranno usati i fondi raccolti tramite le obbligazioni verdi.

Le nuove regole consentiranno agli investitori di indirizzare i loro fondi verso tecnologie e imprese sostenibili con maggiore fiducia. Anche perché ci saranno più controlli su quanto dichiarato dagli emettitori. Il provvedimento UE istituisce infatti un sistema di registrazione comunitario e un quadro di vigilanza per tutti i revisori esterni indipendenti. Uno dei perni è costituito dall’obbligo di dichiarare e gestire in modo più trasparente ogni eventuale conflitto di interesse tra revisori ed emettitori.

In una prima fase, tutti questi obblighi beneficeranno di flessibilità. Questo perché le obbligazioni verde europee sono costruite in modo da restare aderenti alla tassonomia verde UE. Che però non è ancora pienamente definita. Per questo, finché non sarà operativa al 100%, chi emette green bond dovrà impegnarsi affinché almeno l’85% dei fondi vada effettivamente ad alimentare attività in linea con la tassonomia.

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