Kyoto Club avanza 10 proposte al Governo Meloni e al Parlamento su rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare e mobilità sostenibile per liberare l’Italia dalle energie fossili
Il conflitto in Ucraina ha aggravato una crisi sui prezzi dell’energia che era già partita dopo la fine del lockdown dovuto alla pandemia. Nel frattempo, nel corso del 2022 molti Governi, compreso quello italiano, hanno stipulato nuovi contratti per comprare gas naturale e riaprire le centrali a carbone. Ma poco spazio viene dato alle politiche di efficienza energetica, allo sviluppo delle rinnovabili, alla mobilità elettrica e sostenibile. Ma come ha sottolineato l’Agenzia internazionale dell’energia, i prezzi alti dell’energia rendono le rinnovabili non solo più competitive, ma fanno in modo che la transizione green possa diventare una straordinaria opportunità di investimenti e occupazione. Serve quindi accelerare al più preso la transizione ecologica ed energetica del nostro Paese.
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Per questo Kyoto Club avanza 10 proposte da approvare durante la XIX legislatura per affrontare in modo strutturale la crisi energetica e climatica.
In particolare l’Associazione, chiede in primis di rivedere al più presto la Strategia energetica Nazionale (Sen), rimasta ferma a cinque anni fa; di aggiornare il Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), valutando l’obiettivo di aumentare la produzione di energia da rinnovabili al 2030 dal 37% al 55%; di intensificare l’azione contro i rischi idrogeologici e le politiche di adattamento emanando finalmente un nuovo Piano Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Pnacc) ancora fermo al 2018; di puntare all’obiettivo rifiuti zero; di supportare lo sviluppo della bioeconomia circolare; di sbloccare le autorizzazioni sulle rinnovabili e aggiornare il decreto Fer2 del precedente Governo; di eliminare tutti i benefici fiscali per le caldaie a gas e gli altri impianti a combustibili fossili; di stabilizzare e decarbonizzare il Superbonus; di adottare una legge per fermare il consumo di suolo; di approvare i decreti attuativi delle Comunità Energetiche Rinnovabili; di supportare la trasformazione digitale e sostenibile; di investire nelle piste ciclabili e nei servizi per i ciclisti circa 3,2 miliardi di euro in 7 anni, pari a 500 milioni all’anno; di cancellare, progressivamente, i Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD).
Nel frattempo, ha avuto luogo in Egitto, a Sharm el-Sheikh, la 27ma Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27), dove, tuttavia, la necessità di accelerare drasticamente la corsa di rinnovabili, efficienza ed elettrificazione, economia circolare e contemporaneamente ridurre l’impiego di combustibili fossili non ha trovato una spinta sufficiente, anche per la resistenza dei paesi produttori di gas, petrolio e carbone.
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Il cambiamento climatico sta peggiorando, con impatti sempre più drammatici – ultimi in ordine di tempo, i tremendi fatti di Casamicciola. Tra record di caldo, acquazzoni intensi, grandinate, trombe d’aria e alluvioni, l’impatto del cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e i dati sull’accelerazione di questi fenomeni sono sempre più preoccupanti. «Siamo su un’autostrada per l’inferno climatico col piede sull’acceleratore» ha dichiarato in occasione dell’apertura della COP27 il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.“L’accelerazione della crisi climatica è drammatica, come documentato dai dati più recenti presentati dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale alla COP27 di Sharm el-Sheikh e come dimostrano il prolungamento delle temperature estive fino ad autunno inoltrato e i recenti fatti delle Marche e di Ischia. Non occorrono scienziati per rendersi conto che c’è bisogno di un cambiamento radicale. L’ostacolo maggiore rimane di tipo culturale: costruire insieme un modello diverso attraverso la bioeconomia circolare, le energie rinnovabili, un’agricoltura a emissioni zero, la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica con una forte azione di informazione e sensibilizzazione, è possibile. La parte privata dell’economia, come diciamo sempre, gioca un ruolo fondamentale, ma altrettanto centrale è il compito del pubblico e della politica. Ecco perché è importante coordinarsi per arrivare, insieme, quanto prima a risultati tangibili: per questo auspichiamo che la politica sia capace di lungimiranza e predisponga una Legge di Bilancio 2023 improntata alla de-carbonizzazione del nostro sistema economico, sostenendone il rafforzamento a livello di Unione europea. E proponiamo, con il “Decalogo per il clima” che presentiamo oggi, che la legislatura che si è appena aperta sia contrassegnata dalla collaborazione tra le forze di maggioranza e quelle di opposizione per accelerare la transizione ecologica del nostro Paese – una soluzione win – win, che fa bene all’economia, all’ambiente, all’occupazione e contribuisce a una migliore qualità della vita di tutte e tutti noi”. Lo dichiara la CEO di Novamont Presidente di Kyoto Club, Catia Bastioli.