In questo momento storico unico, caratterizzato da continui cambiamenti e situazioni capaci di modificare le abitudini, anche il mondo dell’istruzione si trova ad affrontare nuove sfide non solo a livello didattico ma anche dal punto di vista degli spazi dedicati.
Il tema è stato affrontato anche nel PNRR, che ha stanziato 17,59 miliardi di euro per l’istruzione, con 6 linee di investimento dedicate proprio all’ammodernamento delle infrastrutture. La necessità di ripensare gli attuali modelli scolastici è emersa anche dal questionario che nel 2021 Legambiente ha sottoposto ad oltre 2000 studenti tra gli 11 e i 19 anni, che hanno indicato come punti cardine dell’istituzione rinnovata: la sostenibilità ambientale e l’innovazione, la rigenerazione degli spazi esterni, la mobilità autonoma e sostenibile, gli sport e la socialità.
Anche SENEC, azienda leader nella produzione di sistemi di accumulo e nella fornitura di soluzioni a 360° per l’indipendenza energetica, ha provato ad immaginare come dovrebbero essere le scuole e l’università del futuro, soprattutto da un punto di vista energetico e ambientale, oltre che infrastrutturale.
- L’energia della scuola ideale? Rinnovabile ed efficiente
Secondo il recente rapporto di Legambiente “Ecosistema scuola”, attualmente solo il 17,1% degli edifici scolastici in Italia ha subito interventi di efficientamento, con percentuali più alte al Nord (21,2%) e decisamente inferiori nelle Isole (5,8%). Sul versante energia emerge invece che negli ultimi 10 anni la presenza di impianti rinnovabili nelle scuole è aumentata dal 12,4% al 21,8%, ma, di questo passo, servirebbero almeno altri ottant’anni per raggiungere la copertura completa. A livello nazionale, il 78,4% degli edifici con impianti rinnovabili utilizza il fotovoltaico, il 35,9% il solare termico, il 2,9% ha installato impianti geotermici e lo 0,3% quelli a biomassa. Da questo quadro è evidente come ci sia ancora molto da fare per rendere le scuole italiane veramente sostenibili e che questa transizione non può che passare attraverso l’energia solare.
- Connesse al resto del territorio: la scuola perfetta dovrebbe essere integrata in una CER
Scuole e università hanno da sempre importanti funzioni di socializzazione e di condivisione, nonché di innovazione e questo loro ruolo dovrebbe essere ulteriormente sviluppato. Oggi tutto ciò può essere fatto inserendo queste strutture in una Comunità Energetica. Secondo l’ultimo rapporto sulle comunità rinnovabili di Legambiente, redatto nel 2022, in Italia sono circa un centinaio le realtà di questo tipo attive o in fase di progettazione: tuttavia, se confrontato con altri Paesi europei come la Germania, che ne conta ben 1750, dal punto di vista economico ma anche ambientale e sociale, la strada da fare è ancora tanta. Se create in un contesto scolastico o universitario, le comunità energetiche massimizzano anche il loro potenziale educativo, predisponendo gli studenti a confrontarsi direttamente con i temi come l’autoconsumo energetico e le fonti rinnovabili.
- La scuola ideale dovrebbe essere molto attenta alla mobilità
Flotte di biciclette elettriche e non, installazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici nei parcheggi, mezzi pubblici elettrici: nella scuola che vorremmo per il futuro, l’attenzione alla mobilità sostenibile gioca un ruolo chiave. Secondo i dati elaborati da Openpolis, in Italia quasi 10 milioni di persone si spostano quotidianamente per questioni legate all’istruzione. I trasporti pubblici urbani sono la scelta più diffusa, i mezzi interurbani sono un’opzione frequente, mentre la percentuale di scuole collocate entro i 500 metri da una stazione ferroviaria si riduce sensibilmente. In generale, il trasporto pubblico locale risulta poco diversificato e ancora fragile in molte parti d’Italia, limitando le alternative all’auto. Basti pensare che in 81 capoluoghi su 109 l’autobus rappresenta il 99% dell’offerta esistente. Con la transizione ecologica in corso sarà però fondamentale favorire non solo la modalità elettrica, ma anche il potenziamento dei trasporti pubblici per garantire un accesso all’istruzione sostenibile e proiettato al futuro.
- Sempre più digitalizzate e interconnesse
Le scuole del futuro non possono che essere digitali, interattive e interconnesse. Qualcosa in Italia è già stato fatto: basti pensare alle L.I.M. (Lavagna Interattiva Multimediale), ai tablet o al registro elettronico, che già fanno parte della quotidianità degli studenti. Sarà fondamentale comprendere le infinite opportunità offerte dal digitale per catturare l’attenzione delle nuove generazioni, immerse in un contesto in rapida evoluzione che richiede metodi di insegnamento sempre più innovativi. La scuola ideale dovrebbe sperimentare esperienze coinvolgenti anche grazie all’uso dell’AI e del Metaverso, che si preparano a cambiare il mondo dell’istruzione ma anche del lavoro.
- Attività educative focalizzate sulle esigenze e tematiche emergenti
Anche gli insegnamenti dovrebbero adattarsi alle nuove competenze richieste dal mercato del lavoro e ai nuovi scenari incentrati sulla sostenibilità, la digitalizzazione e l’innovazione in ogni settore. Confindustria, Federmanager e 4.Manager stimano che tra il 2023 e il 2026 sarà necessaria l’assunzione di circa 4 milioni di lavoratori d’alto e medio profilo con competenze specifiche nel settore green, sia nelle imprese che nella pubblica amministrazione. Randstad e la Fondazione per la Sussidiarietà (FPS) registrano invece che le aziende stanno sempre più cercando competenze digitali, raggiungendo una percentuale del 61% nell’ICT, del 19% nel marketing e del 15% nel campo legale.