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Si radica in Sardegna la filiera del sughero sostenibile

La sughereta sperimentale di Agris Sardegna a Tempio Pausania (SS), ottiene, prima al mondo, la verifica FSC® dei servizi ecosistemici. Nella filiera virtuosa del sughero sardo anche l’impegno del Gruppo Molinas.

sughero sostenibile

La Sughereta Sperimentale Cusseddu-Miali-Parapinta – gestita dal Servizio della Ricerca per la Sughericoltura e la Silvicoltura di Agris Sardegna (ex Stazione Sperimentale del Sughero) è la prima al mondo ad aver ottenuto la certificazione di gestione forestale sostenibile FSC® e, più recentemente, la verifica degli impatti positivi di tale gestione sui servizi naturali (ecosistemici) quali lo stock dell’anidride carbonica, la conservazione della biodiversità, delle fonti idriche, del suolo e delle funzioni turistico-ricreative e culturali. 

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L’esperienza della sughereta di Agris è uno degli esempi più avanzati di integrazione fra aspetti ambientali ed economici: estesa su 67 ettari, conta oltre 26 mila piante tra sughera (il 70%), roverella, leccio e frassino e al suo interno è presente anche una parcella di “bosco naturale”, lasciato alla libera evoluzione a partire dagli anni ’60. La sughereta produce, con cadenza decennale, circa 1.600 quintali di sughero gentile e da 16 anni è munita di certificazione forestale FSC® (il principale e più riconosciuto sistema internazionale di garanzia del settore forestale) sia per quel che riguarda la gestione dell’area secondo criteri di sostenibilità che per la filiera. Strumento principale è il Piano di Gestione che ha l’obiettivo di applicare nella sughereta un modello di gestione il più vicino possibile alla naturalità, che persegua la produzione del sughero, attraverso una corretta conduzione dell’esistente e la rinnovazione naturale del bosco. 

“La certificazione forestale FSC” conferma Pino Ruiu, Responsabile della sughereta “è stata fortemente voluta dalla ex Stazione Sperimentale del Sughero e successivamente confermata da Agris Sardegna, come strumento principe per far risaltare l’enorme valore che assumono le sugherete nell’ambito del patrimonio forestale della Sardegna. Queste aree sono un autentico esempio di gestione sostenibile, in quanto non si prevede l’abbattimento delle piante, e rappresentano un sistema in cui il valore economico del prodotto sughero si coniuga con l’altissimo valore ambientale. Questi aspetti” prosegue Ruiu “sono stati ulteriormente messi in risalto con la recente verifica (2020) dei servizi ecosistemici, che hanno finalmente consentito di quantificare da un punto di vista qualitativo e quantitativo i benefici multipli forniti dall’ecosistema sughereta”.

Nel dettaglio, la nuova verifica dei servizi naturali ha permesso di valutare come l’attuale gestione della sughereta abbia anzitutto favorito la biodiversità, e conti oggi oltre 400 specie di piante, fra cui alcune protette dalla Convenzione di Washington e 14 specie di orchidee, 218 tipi di funghi, 42 specie di uccelli (il 16,8% delle specie presenti in Sardegna) di cui 26 sono legate al bosco. L’area accoglie anche cinghiali, ricci, volpi, donnole, martore e lepri. 

Quanto alle risorse idriche, l’attività posta in essere ha consentito il ripristino e la manutenzione di sorgenti, pozzi e canali di scorrimento, così come il consolidamento delle sponde con essenze adattate agli ambienti umidi. Nell’area certificata è inoltre interdetto il pascolo, non sono presenti coltivazioni e non vengono usati prodotti chimici, limitando così al massimo eventuali fonti di inquinamento. Per quel che riguarda la conservazione e la protezione del suolo l’impegno ha riguardato la rinaturalizzazione dei vecchi rimboschimenti, la realizzazione di quelli a scopo naturalistico, il miglioramento delle condizioni vegetative delle aree boscate con l’eliminazione delle piante che stanno deperendo e il decespugliamento selettivo con triturazione del materiale vegetale in loco: azioni accompagnate da una serie di indagini che hanno consentito di conoscere in maniera particolareggiata le caratteristiche fisico-chimiche del suolo, con speciale riguardo al tenore di carbonio, alla presenza di metalli e alla composizione della micoflora, ponendo in atto tutte le misure per la sua tutela e miglioramento.

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Con riferimento invece allo stoccaggio del carbonio, secondo i calcoli eseguiti con metodologie internazionali è stato stimato in 2.420,10 tonnellate, equivalenti a 8.881,78 tonnellate di anidride carbonica assorbita. 

A Tempio Pausania, la filiera del sughero sostenibile comprende poi anche i 103 ettari della sughereta Baldu di proprietà dello storico Gruppo Molinas. Il Gruppo, che ha da poco avviato il processo di certificazione FSC della filiera, ha deciso di avviare anche la richiesta di verifica per tre servizi naturali legati alla proprietà forestale, nello specifico la conservazione della biodiversità, il sequestro e lo stoccaggio del carbonio e i servizi ricreazionali. Secondo questo approccio, la sughereta assume quindi un duplice valore: economico per l’ottenimento del prodotto sughero, ed ambientale.

“Le foreste di sughera sono un vero patrimonio, da proteggere e valorizzare; ciò ha condotto l’Azienda a pianificare un processo di gestione responsabile che ha permesso di ottenere la Certificazione FSC per la filiera e ad intraprendere l’iter per il conseguimento della Certificazione di Gestione Forestale Sostenibile per una sughereta di proprietà” sono le parole di Andrea Martinez, Dottore Agronomo e responsabile per la certificazione FSC di Molinas s.p.a “L’auspicio è di poter incrementare il numero di superfici e foreste certificate”.

“Per dare maggiore valore alla gestione responsabile delle aree forestali e quantificarne gli impatti positivi, il Forest Stewardship Council® – spiega il Direttore di FSC Italia, Diego Florian – ha sviluppato la procedura di verifica dei servizi naturali. L’Italia è stato il primo Paese al mondo, nel 2018, a verificare un’area forestale per tutti e cinque i servizi naturali (stock di CO2; conservazione della biodiversità, del suolo e delle fonti idriche; gestione delle funzioni turistico-ricreative e culturali): da allora sono sei le realtà entrate in questo circuito virtuoso, per un totale di oltre 48.000 ettari in cinque regioni (Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Toscana), a cui ora si aggiungono ora gli esempi virtuosi di Agris Sardegna e Molinas.