Conferenza nazionale Italy for Climate: Delineato il percorso del Paese per ridurre le emissioni del 55% entro il 2030. Solo con una legge potremo definire e rendere vincolanti gli obiettivi e le misure straordinarie che servono per rispettare l’Accordo di Parigi e il Patto di Glasgow, visto che l’Italia è ferma da anni nel percorso di decarbonizzazione.
Nell’anno della Cop26 torna il più importante appuntamento nazionale per fare il punto sui progressi realizzati dal Paese nel percorso verso la neutralità climatica. Si tratta della Conferenza Nazionale sul Clima promossa da Italy For Climate con il patrocinio del Ministero della Transizione ecologica, della Commissione europea e di Rai per il Sociale. Un appuntamento quanto mai significativo perché negli ultimi anni l’Italia ha rallentato il passo sulla strada della decarbonizzazione: dal 2014 e il 2019 le emissioni si sono ridotte di appena 10 milioni di tonnellate di CO2eq. Ad allarmare è anche l’aumento dei consumi di energia + 9% (tra il 1990 e il 2019) e il dato sull’utilizzo delle fonti rinnovabili: ferme dal 2015 al 2019 e addirittura diminuite nell’anno della pandemia di circa 400 mila tonnellate equivalenti di petrolio (circa il 2%). Ad oggi, inoltre, in Italia circa l’80% del fabbisogno energetico è soddisfatto da gas, petrolio e carbone.
L’evento si è svolto questa mattina in due sessioni distinte dove sono stati presentati in anteprima i dati dell’Italy Climate Report 2021, il documento con il quale ogni anno I4C fa il punto sulla performance climatica del Paese. La discussione ha visto il contributo di rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e tutti i principali stakeholder nazionali: Commissione europea, Governo, Parlamento, Regioni ed Enti locali, imprese, sindacati, associazioni. Nell’ambito della conferenza è stata presentata anche la nuova Roadmap climatica 2.0 il percorso per l’Italia delineato da I4C per raggiungere la neutralità carbonica – declinata anche per percorsi settoriali – che ha coinvolto esperti, rappresentanti del mondo delle imprese e di associazioni di categoria.
Nella sessione istituzionale della mattina, i lavori della Conferenza hanno messo a confronto rappresentanti delle istituzioni e della società civile sulla proposta di introdurre anche in Italia – come già successo in Germania, Francia Spagna e Regno Unito – una legge per la protezione del clima che renda legalmente vincolanti nuovi target nazionali in linea con i nuovi impegni europei al 2030 e con il percorso verso la neutralità carbonica.
“Gli obiettivi climatici adottati dall’Italia con il Piano nazionale per l’energia e il clima non sono in linea con i nuovi target europei. L’Italia deve fare di più varando una legge per la protezione del clima che renda legalmente vincolanti e aggiornati i suoi target climatici che andranno declinati anche per i principali settori economici: industria, trasporti, agricoltura ed edifici. Solo attraverso una fonte giuridica di livello legislativo, votata dal Parlamento, è possibile stabilire obiettivi ambiziosi e condivisi, non soggetti a facili modifiche o cambi di direzione. – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile e Promotore di Italy for Climate – Serve un percorso chiaro e trasparente che deve mirare ad aumentare il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni ed attivare nuovi strumenti economici e fiscali per sostenere la transizione climatica, attribuendo alle misure per il clima il carattere di misure di interesse pubblico prioritario e definendo misure concrete per accelerare la decarbonizzazione”.
La Roadmap 2.0 proposta da Italy for Climate per raggiungere la neutralità carbonica entro la metà del secolo prevede una riduzione delle emissioni del 55% al 2030 rispetto al 1990, a fronte del taglio del 19% registrato al 2019. Per fare questo in appena un decennio sarà necessario ridurre i consumi energetici di circa il 15% e raddoppiare la produzione di fonti rinnovabili, portandole nel settore elettrico al 70% della produzione nazionale e facendole crescere in modo significativo anche nella generazione di calore e nei trasporti: complessivamente queste dovranno arrivare a soddisfare circa il 43% del fabbisogno energetico nazionale.
“L’appuntamento di quest’anno risulta quanto mai di rilievo per raccogliere i più autorevoli rappresentanti istituzionali, gli spunti, le riflessioni e le criticità emerse nella recente Cop26 di Glasgow, che chiamano ora il Paese ad un impegno ancor più concreto ed urgente – ha dichiarato Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate – L’Italia non è ancora sulla strada giusta per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi e rispondere alla chiamata della recente COP26. La neutralità climatica è un traguardo sfidante che richiede un percorso chiaro, efficace e condiviso. Non esistono percorsi e soluzioni uniche adatte per tutti: l’obiettivo è comune, ma diversi sono i contributi che ciascun settore dell’economia può e deve mettere in campo. Nella nostra Roadmap climatica abbiamo avanzato oltre 40 proposte di intervento, articolate nei singoli settori economici, che potrebbero essere decisivi nel processo di decarbonizzazione del Paese”.
Per raggiungere questi risultati I4C ha definito delle roadmap settoriali, presentate durante la sessione tecnica della Conferenza, che identificano specifici target climatici ed energetici e proposte di intervento mirate per ciascun settore che contribuisce al quadro emissivo nazionale: industria, edifici, trasporti, agricoltura e generazione elettrica.
Le proposte di Italy for Climate
Industria: Quello industriale è il primo settore per emissioni di gas serra in Italia, con il 37% del totale nazionale, ma è anche quello che più di tutti le ha ridotte, con un taglio dal 1990 al 2019 di 85 milioni di tonnellate di Co2eq. Secondo la Roadmap 2.0 di I4C, il settore industriale dovrà tagliare le proprie emissioni del 43% rispetto al 2019, arrivando a circa 87 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2030. Questo taglio sarà reso possibile non solo grazie ad una riduzione degli attuali consumi di energia dell’11%, ma soprattutto grazie ad una importante crescita delle fonti rinnovabili (che nel 2030 saranno il doppio di quelle attuali) e alla elettrificazione di una parte dei consumi da combustibili fossili.
Edifici: Il comparto degli edifici – residenziali, pubblici e commerciali – è il secondo per emissioni (il 28% delle emissioni nazionali) ma il primo per consumi di energia con quasi la metà del totale nazionale. Dal 1990 al 2019 ha ridotto del 10% le emissioni di gas serra, ma allo stesso tempo ha aumentato di ben il 44% il consumo energetico. Secondo la Roadmap I4C gli edifici sono il settore che fornirà il maggior contributo in termini di riduzione delle emissioni di gas serra nazionali da oggi al 2030, con un taglio del 55% rispetto al 2019 grazie soprattutto alla riqualificazione energetica degli edifici: il 2% degli edifici privati e il 3% degli edifici pubblici ogni anno dovranno essere riqualificati in “deep renovation”, cioè migliorando in modo significativo la performance energetica dell’edificio.
Trasporti: Quello dei trasporti rappresenta il terzo settore per emissioni di gas serra, con il 26% del totale nazionale. Ma soprattutto è l’unico settore che nel trentennio analizzato non ha ridotto affatto le proprie emissioni rimaste attorno a 110 milioni di tonnellate di CO2eq. Il settore dovrà ridurre entro il 2030 le proprie emissioni di gas serra del 29% rispetto al 2019. Secondo la Roadmap I4C, i trasporti dovranno ridurre entro il 2030 le proprie emissioni di gas serra del 29% rispetto al 2019 e i propri consumi di diesel e benzina del 34%. Per raggiungere questi obiettivi sarà necessario ridurre il tasso di motorizzazione ad un parco complessivo di autoveicoli di circa 33 milioni di autoveicoli nel 2030 migliorando il trasporto condiviso e la mobilità attiva in città. Sarà inoltre necessario avere sulle nostre strade 6 milioni di autoveicoli a trazione elettrica nel 2030 (oggi siamo a poco più di 200 mila unità).
Agricoltura: Il comparto agricolo è responsabile del 9% delle emissioni di gas serra nazionali. In trent’anni le emissioni si sono ridotte del 16%, ma tra il 2015 e il 2019 invece di diminuire sono aumentate. Il settore agricolo secondo I4C dovrà ridurre entro il 2030 le proprie emissioni di gas serra del 29% rispetto al 2019, tagliando in primo luogo le emissioni provenienti dagli allevamenti.
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Generazione elettrica: nella Roadmap di I4C è un settore “trasversale”, che contribuisce al quadro emissivo nazionale non direttamente ma attraverso i consumi elettrici dei quattro settori finali. Oggi il consumo di 1 kWh in Italia produce circa 260 grammi di CO2 e nel 2030 dovrà più che dimezzarsi arrivando poco sopra i 100 grammi di CO2. Questo sarà possibile, secondo I4C, solo se le rinnovabili raggiungeranno nel 2030 una quota del 70% nella generazione elettrica nazionale (oggi siamo a circa il 40%), installando ogni anno 8 GW di nuovi impianti, soprattutto fotovoltaici ed eolici.