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Rifiuti, operatori chiedono ad ARERA “metodo tariffario più adeguato al settore”

FISE Assoambiente è certa che l’ascolto del mondo imprenditoriale costituisca un tassello fondamentale, in assenza del quale si rischia di avere una impostazione metodologica solo teorica

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La definizione del nuovo Metodo Tariffario Rifiuti-2, attualmente in fase di studio da parte di ARERA e che sarà in vigore dal 2022 al 2025, rappresenta l’occasione per risolvere le anomalie presenti nell’attuale metodo relativo alla gestione dei rifiuti urbani e favorire così una evoluzione del settore verso una maggiore stabilità e certezza delle regole per il raggiungimento dei nuovi target europei e Nazionali”. 

È questo l’auspicio espresso dal Presidente della Sezione Rifiuti Urbani di FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) Domenico Inga, dopo l’invio di un contributo associativo alla consultazione avviata da ARERA.

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FISE Assoambiente è certa che l’ascolto del mondo imprenditoriale costituisca un tassello fondamentale, in assenza del quale si rischia di avere una impostazione metodologica solo teorica, che non rispecchia le sfaccettature di un comparto le cui specificità costituiscono un valore aggiunto a salvaguardia delle esigenze dei territori. 

Siamo consapevoli di quanto il settore della gestione dei rifiuti urbani abbia bisogno di un soggetto regolatore per colmare alcune criticità strutturali che fanno dell’Italia un Paese con performance fortemente differenziate, tuttavia i risultati derivanti dall’applicazione del Metodo Tariffario Rifiuti (2018-2021) hanno evidenziato questioni significative che oggi richiedono correttivi; alcuni aspetti operativi, emersi nella complessa fase di transizione delle nuove regole, hanno generato effetti destabilizzanti sia dal punto di vista degli investimenti pianificati che della complessiva programmazione societaria”, ha aggiunto Inga.

Nonostante il notevole sforzo per l’adattamento al waste management di un’impostazione consolidata in altri settori regolati, l’Associazione negli ultimi due anni ha continuato il confronto con l’Autorità per evidenziare le peculiarità degli assetti gestionali e contrattuali, non sempre colti dai provvedimenti ARERA.

Secondo l’Associazione servono oggi regole chiare per l’impatto della regolazione sui contratti in essere, in modo da evitare conflittualità tra gestori ed Enti Territorialmente Competenti (Comuni o enti d’ambito), ma anche strumenti a garanzia dei Gestori, che possano restituire oggettività all’applicazione del metodo.

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Per quanto attiene alle prime proposte regolatorie relative alla determinazione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento, l’Associazione, pur apprezzando l’approccio asimmetrico e incentivante, ha espresso preoccupazione rispetto alla sua effettiva applicazione nei tempi previsti dall’entrata in vigore del nuovo metodo. Difficilmente si riusciranno a completare in tempo gli imprescindibili atti programmatori da parte degli altri soggetti istituzionali (Stato e Regioni).