Allo studio soluzioni per la produzione di idrogeno verde con l’energia prodotta dalle turbine eoliche galleggianti di Med Wind
“L’energia di Med Wind può essere utilizzata anche per la produzione di idrogeno verde”. E’ questa una delle soluzioni che ha anticipato Paolo Sammartino, COO di Renexia, la società del Gruppo Toto attiva nelle rinnovabili, intervenuto al convegno di Catania “L’Idrogeno quale volano della transizione energetica siciliana”, nell’ambito delle “Giornate per l’Energia 2022” promosse dalla Regione Siciliana.
“Abbiamo già presentato dei progetti finalizzati alla produzione di idrogeno verde a Taranto, dove siamo in procinto di completare il primo parco eolico marino del Mediterraneo. Tutto ciò è replicabile, e in scala maggiore, anche per Med Wind e, tra i progetti futuri, è allo studio la possibilità di destinare parte dell’energia prodotta dall’impianto per la produzione di idrogeno verde” – spiega Sammartino – “E’ un settore particolarmente interessante, perché promette di risolvere i problemi legati allo stoccaggio dell’energia prodotta dagli impianti eolici senza nuove emissioni inquinanti”.
Come first mover nella tecnologia eolica offshore, Renexia intende infatti porsi all’avanguardia in Italia anche per questa seconda rivoluzione verde, centrata su un vettore energetico che può essere immagazzinato per una produzione di energia a lungo termine e sostenibile, perché prodotto dall’acqua utilizzando fonti di energie rinnovabili. Per la Sicilia si profila l’opportunità di una filiera energetica a zero emissioni che avrà origine dalle pale eoliche in mare aperto per approdare alle “Hydrogen Valley” sulla terraferma.
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Il progetto Med Wind prevede il posizionamento di 190 turbine eoliche floating nel Canale di Sicilia, al confine delle acque territoriali italiane e rappresenta il primo parco eolico galleggiante di grandi dimensioni del Mar Mediterraneo in fase di autorizzazione. Grazie a una distanza pari a circa 60 km dalla costa siciliana e 45 km dall’isola di Marettimo è escluso qualsiasi impatto visivo. Con una potenza installata di circa 2,8 GW, una volta a regime, oltre a consentire un risparmio per gli utenti siciliani stimato a circa 94 milioni di euro l’anno, costituisce una grande opportunità per lo sviluppo industriale e dell’occupazione, sia a livello locale che nazionale.
Entro l’estate Renexia presenterà al Ministero della Transizione Ecologica lo Studio di Impatto Ambientale (SIA). I dati sono in fase di elaborazione dai biologi della Stazione Zoologica Marina Anton Dohrn. Un’equipe coordinata dal Prof. Greco ha infatti completato un’accurata campagna oceanografica nel tratto di mare che interessa l’opera e le indagini dei fondali non hanno rilevato siti di interesse biologico o archeologico, né interferenza con le attività delle marinerie locali. La tecnologia floating non prevede trivellazioni del fondale, le pale saranno ancorate in modo da preservare l’ecosistema che ospiterà l’opera e favorire inoltre il ripopolamento biologico dell’area.