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Recovery fund, dalle utilities progetti per 25 miliardi

Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, in audizione presso le Commissioni riunite Bilancio, Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati: “I servizi pubblici siano centrali nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, possibili ricadute sul Pil (+1,48%) e sul lavoro con 285mila nuovi occupati”

Recovery fund
Foto di LEEROY Agency da Pixabay

Un piano di progetti concreti nei settori dell’acqua, dell’ambiente e dell’energia che prevede investimenti per 25 miliardi, con significativi potenziali impatti sul Pil (+1,48%) e sull’occupazione (285.000 nuovi posti di lavoro). Lo ha presentato Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, nel corso dell’audizione presso le Commissioni riunite Bilancio, Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Le circa 450 imprese associate a Utilitalia forniscono i servizi idrici all’80% della popolazione, i servizi ambientali al 55%, la distribuzione gas ad oltre il 30% e servizi di energia elettrica al 15%, con un valore della produzione pari a 38 miliardi di euro, 1,3 miliardi di utili e oltre 90.000 occupati. 

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“Il Recovery fund – ha spiegato la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli –  è una grande opportunità per l’Italia.  Come Paese dobbiamo agire in modo concreto e responsabile attraverso investimenti mirati nei settori strategici e con una politica industriale che guardi alla transizione energetica e sostenibile come pilastro. Le Utilities italiane su questo stanno facendo e faranno la loro parte”.

In totale gli investimenti proposti da Utilitalia valgono 25 miliardi di euro: di questi 24,9 miliardi sono per la transizione verde e 142 milioni per la digitalizzazione. Il settore nel quale si concentra il maggior numero di progetti è quello idrico (55%, per un valore di circa 14 miliardi), seguito da quello energetico (27%, circa 7 miliardi) e da quello ambientale (17%, circa 4 miliardi).

Nel campo idrico, si va dall’ottimizzazione degli approvvigionamenti alla depurazione efficiente, fino alla riduzione delle perdite di rete e al contrasto al dissesto idrogeologico; in quello energetico si va dall’efficientamento energetico degli edifici al teleriscaldamento, dalle smart grid fino allo sviluppo delle energy community; in quello ambientale si punta ad accelerare la raccolta differenziata, sull’ampliamento della tariffa puntuale, sulla realizzazione di nuovi impianti per il riciclo e sulla valorizzazione dei fanghi di depurazione.

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“La transizione ecologica – ha evidenziato Castelli – ha bisogno di un piano dettagliato e di una serie di riforme, perché le risorse da sole non bastano: serve una forte semplificazione normativa, soprattutto in fase di iter autorizzativi e snellimento dei tempi delle procedure, e un impegno non più differibile sul Meridione, dove è indispensabile favorire un approccio industriale ai servizi pubblici”.

Tra le proposte avanzate da Utilitalia figurano la riforma del servizio idrico al Sud, con un forte indirizzo statale che assicuri l’affidamento del servizio a un soggetto industriale, e l’autosufficienza  nel ciclo dei rifiuti, superando la frammentazione e garantendo l’adeguamento della pianificazione regionale alle reali necessità impiantistiche del Paese. Utilitalia propone inoltre la promozione del consolidamento industriale dei comparti di pubblica utilità, incentivi all’efficienza delle imprese e una semplificazione dei procedimenti autorizzativi.